Quotidiano Energia - Vista l’impossibilità di ottenere l’eliminazione delle protezioni agli investimenti nei combustibili fossili dal Trattato sulla Carta dell’Energia, la Commissione Ue sta negoziando una soluzione di compromesso attraverso un “approccio flessibile”. Lo ha reso noto la commissaria all’Energia, Kadri Simson, in risposta a un’interrogazione dell’europarlamentare spagnolo Ernest Urtasun (Verdi).
Nel corso dei sei cicli di negoziati per la modernizzazione della Carta svoltisi nel 2021, ha spiegato Simson, “è emerso chiaramente che molte parti contraenti non-Ue sono contrarie alla proposta iniziale di Bruxelles in merito alla definizione di ‘attività economica nel settore energetico’, che prevede l’eliminazione graduale della protezione degli investimenti nei fossili in tutti i Paesi aderenti al Trattato”.
Di conseguenza - pur continuando a ritenere che “il miglior risultato possibile sia l’allineamento del Trattato all’Accordo di Parigi, al Green deal europeo e ai moderni standard di protezione degli investimenti” - Bruxelles ha sostenuto “a titolo di compromesso” l’approccio flessibile proposto dal Segretariato della Carta, che presuppone l’eliminazione della protezione degli investimenti nei fossili solo da parte delle parti interessate.
In questo modo, anziché concludere un accordo collegiale e uniforme che si applicherebbe a tutti i 53 firmatari della Carta, sarebbe possibile sottoscrivere intese tra singoli Paesi o gruppi di Paesi.
Nella risposta (disponibile in allegato sul sito di QE) Simson sottolinea tuttavia che anche nell’ambito dell’approccio flessibile “tutti gli elementi della proposta iniziale della Ue dovranno trovare riscontro”, incluse la distinzione tra investimenti nuovi ed esistenti, le scadenze per l’eliminazione graduale delle protezioni ai fossili e le relative eccezioni (progetti specifici nel gas e nei gasdotti).
Le discussioni continueranno ora sulla base delle tre opzioni di approccio flessibile messe a punto del Segretariato della Carta, “tenendo conto degli obiettivi di sicurezza energetica e climatici di ciascun Paese”.
Di qui al prossimo giugno sono in programma cinque tornate negoziali, con l’obiettivo di concludere le trattative entro la metà del 2022. A questo punto, ha concluso Simson, sarà convocata la riunione straordinaria della Energy Charter Conference che dovrà approvare il testo definitivo della revisione della Carta.
La Ue aveva inizialmente minacciato di abbandonare la Carta qualora non fossero state eliminate le protezioni agli investimenti nei fossili, imitando così la decisione già presa dall’Italia nel 2016. Considerando però che l’Unione sarebbe stata comunque obbligata a rispettare le norme del Trattato per altri 20 anni (per il nostro Paese varranno fino al 2036), Bruxelles ha preferito lavorare a un compromesso piuttosto che attendere il 2042.