Quotidiano Energia - Il tumultuoso aumento dei prezzi della CO2 continua a riflettersi sugli introiti per i Paesi aderenti all’Ets Ue, che nel complesso hanno incassato nel secondo trimestre 2021 circa 8,7 miliardi di euro: più del doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Per l’Italia, rileva il consueto rapporto del Gse pubblicato ieri, i proventi Ets nel periodo aprile-giugno sono ammontati a 719 milioni € (+168% rispetto ai 268 mln € del secondo trimestre 2020), cui si aggiungono 5 mln € (+28%) provenienti dal collocamento di 93.000 Eua A nell’unica sessione d’asta dedicata al settore aviazione.
Nel secondo trimestre l’Italia ha collocato a un prezzo medio ponderato di 49,7 € circa 14,5 mln di quote, il 15% in più nel confronto con i 12,6 mln (aggiudicate a 21,2 €) di un anno prima.
La classifica degli Stati membri con i maggiori proventi Ets nel secondo trimestre vede in testa la Polonia con 1.685 mln €, seguita dalla Germania con 1.444,5 mln €. L’Italia, considerando anche il Fondo Modernizzazione, è in quarta posizione con 718,5 mln €.
Per il Fondo Modernizzazione sono state complessivamente messe all’asta nel trimestre circa 19 mln di quote a un prezzo medio di 49,7 €, che hanno generato proventi per 934 mln €, mentre per il Fondo Innovazione sono state aggiudicate 11 mln di quote a 49,7 € ciascuna, con un incasso di 538 mln €.
Tra i dati forniti dal rapporto anche quello sulla volatilità del prezzo delle Eua relativa al primo contratto future annuale, diminuita nel secondo trimestre 2021 al 33,5% (53,8% un anno prima) e tornata così ad attestarsi sui livelli del 2019.