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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Eolico, “boom di richieste di connessione”

Terna: “Fer per 125 GW più 13 GW eolici offshore, a breve soluzioni semplificate”. Saglia (Arera): “Aggiornare Tica e risolvere nodi sbilanciamenti e dispacciamento”. Togni (Anev): “Tecnologia matura”. Il webinar dell’associazione (articolo di Quotidiano Energia)

Quotidiano Energia - L’industria eolica è pronta ad affrontare il grande balzo della transizione. A certificarlo gli ultimi numeri di Terna, anticipati ieri dal direttore Strategie di sviluppo rete e Dispacciamento di Terna, Francesco del Pizzo, nel corso del webinar dell’Anev “Giornata Mondiale del Vento - Il ruolo dell’energia eolica nella transizione ecologica”.

“Non è vero che non c’è la volontà di investire in Italia e che le iniziative non ci sono”, ha detto del Pizzo, rivelando che attualmente le richieste di connessione in AT per impianti da rinnovabili presentate al Tso “superano i 125.000 MW”, al netto dell’eolico offshore.

Anticipando i dati del nuovo piano di sviluppo della rete, che sarà pubblicato “tra qualche settimana”, il direttore Terna ha detto che “ogni mese riceviamo richieste per 3-4.000 MW, senza considerare l’offshore” che, ha spiegato, “è una realtà che sta crescendo in termini di attenzione e volumi in modo impressionante: a dicembre 2020 avevamo richieste di connessioni per circa 5.000 MW tutte maturate fondamentalmente nel secondo semestre, oggi le richieste di connessione offshore sono superiori ai 13.000 MW”. In meno di sei mesi “abbiamo avuto ulteriori richieste di connessioni per più di 8.000 MW” in Sardegna, Sicilia e nella zona sud della Puglia.

Ce ne sarebbe dunque più che abbastanza per centrare il nuovo obiettivo di 70 GW eolici aggiuntivi al 2030 (contro i 39 GW del vecchio Pniec), ma occorre una “riflessione sui pilastri su cui puntare sia dal punto di vista tecnico che della regolamentazione”. Secondo del Pizzo, serve un “pacchetto di securizzazione finanziario” delle iniziative, che potrà essere il capacity market ma anche l’estensione del meccanismo delle aste Fer cui dovrebbero poter partecipare “anche impianti solari su terreni che non sono utilizzati ai fini agricoli o sono stati abbandonati”.

Accanto a questo, le Fer dovranno essere “una parte attiva” del sistema elettrico. Terna ha intenzione di lanciare “a brevissimo” una consultazione sulla revisione delle soluzioni di connessione, che saranno semplificate con la riduzione del numero delle stazioni in modo da “occupare meno territorio, avere iter autorizzativi più semplici e un’accoglienza territoriale diversa”. E a settembre saranno avviati con le controparti tavoli di lavoro per rivedere “criticamente” anche le soluzioni di connessione già concesse.

Terna si impegna poi a “far partecipare attivamente le Fer al mercato dei servizi di dispacciamento” e ad aggiornare il Tica “per rispondere alla connessione offshore di impianti da 1.000 MW, ma ce ne sono alcuni di 2.800 MW”, e garantire agli sviluppatori che “quando avranno realizzato l’infrastruttura non si troveranno in una situazione congestionata”.

Sulla necessità di aggiornare il Tica ha insistito anche il componente del collegio Arera Stefano Saglia, che intervenendo al webinar ha sostenuto che il repowering e il reblading da soli non basteranno e bisognerà perciò realizzare nuovi impianti, anche offshore. Ma il Tica “quando è stato pensato non si poneva problematiche di questo tipo” e occorre chiarire se i costi di connessione dovranno essere a carico del sistema o del proponente del progetto.

Lato dispacciamento, Saglia ha affermato che l’Arera sta lavorando a un testo “che a breve vedrà la luce in un documento di consultazione”. Sul tema degli oneri di sbilanciamento “è il momento di mettersi intorno a un tavolo e capire come poterli rimodulare” e “uno dei punti qualificanti del nuovo Tide sarà la separazione tra fisico Msd e commerciale Mgp”. Grazie anche alle tecnologie sarà consentito avere una programmazione quasi in tempo reale. Il regolatore cercherà poi di “disciplinare il mondo degli accumuli elettrochimici e dello storage”.

“Se il Governo riesce ad affrontare seriamente il tema del permitting, con un aggiornamento del Tica e un confronto intenso sugli sbilanciamenti e del dispacciamento credo che ci sarà un quadro molto più chiaro sulla programmazione degli investimenti”, ha concluso Saglia.

All’evento Anev sono intervenuti per le istituzioni il presidente della commissione Industria del Senato, Gianni Girotto, e la componente della commissione Ambiente della Camera Rossella Muroni, oltre alla sottosegretaria alla Transizione ecologica Ilaria Fontana che ha inviato un videomessaggio di saluto.

Girotto ha insistito sui prossimi bandi per il capacity market, che “non devono assolutamente essere come quello del 2022-2023”, e sulle comunità energetiche, auspicando che “il Governo recepisca completamente le direttive al più presto in modo che possa cadere il limite di 200 kW” e permettere così la partecipazione dell’eolico.

Muroni ha ammesso che “spesso abbiamo lasciato le imprese a dirimere contenziosi con i territori svolgendo funzioni che non gli appartengono”, mentre “la politica deve costruire un sistema di regole condiviso” e “vanno assolutamente risolti i 5 punti sollevati da Anev” (lentezza autorizzazioni, discrezionalità delle procedure Via, dinieghi Sovrintendenze, disomogeneità tra piani regionali e nazionali e conflitti tra ministeri).

Quanto alle Sovrintendenze, Muroni ha lamentato l’esclusione del ministero della Cultura dal Cite perché senza “la possibilità di interloquire in maniera matura con le Sovrintendenze il problema non lo risolveremo mai”.

L’esclusione del Mic dal Cite è stata criticata anche dal presidente dell’Anev, Simone Togni, convinto che l’organismo avrebbe potuto essere una “camera di compensazione”.

Togni ha comunque notato “un supporto unanime” allo sviluppo dell’eolico, che “ha raggiunto oggi una maturità tale da essere competitivo e con livelli di efficienza molto importanti”. Lo sforzo da fare sarà “individuare le mitigazioni necessarie per raggiungere gli obiettivi con il minore impatto possibile”.

A nome dell’associazione hanno parlato anche i vice-presidenti Luca Bragoli (Erg) e Marco Peruzzi (Edison).

Bragoli ha giudicato il Semplificazioni “un inizio” ma “non sufficiente” e posto l’accento sulle aste dal 2022 in poi che dovranno avere un orizzonte di almeno 5 anni, “fondamentale per essere sinergico con la velocizzazione e semplificazione del permitting”. Inoltre, si dovrebbe stabilire nell’ambito dell’aggiornamento dei Pear regionali un “burden sharing” per la condivisione degli obiettivi nazionali.

Peruzzi ha focalizzato invece il suo intervento sul repowering (che può triplicare la potenza installata), il reskilling (in cui dovrebbero essere coinvolti gli istituti professionali) e azioni a favore del Mic, in particolare l’aggiornamento delle linee guida nazionali del 2010 per dare indirizzi condivisi e il rafforzamento del personale e delle competenze delle Sovrintendenze.

Analogamente, l’executive director Onshore construction Europe di Rwe Renewables, Paolo Raia, ha auspicato una “transizione culturale: lavorare sulle scuole e i giovani, ma anche sulle amministrazioni”. E in tal senso, “il Pnrr è un’occasione importante”.