Quotidiano Energia - “Se per un verso le difficoltà economiche e finanziare del comparto paiono evidenti, in considerazione delle possibili condizioni di vulnerabilità economica di determinate categorie di utenze e di una struttura di costi di gestione tendenzialmente rigida nel breve periodo, per un altro si confermano rilevanti criticità nell’identificare percorsi chiari e di ampio respiro per superarle”.
È quanto si legge nella memoria depositata dal presidente di Arera, Stefano Besseghini, ascoltato oggi dalle commissioni riunite Finanze e Ambiente della Camera in tema di Tari.
“Qualora vi fosse un intervento risolutivo da parte dello Stato, in grado di garantire la necessaria stabilità economica e finanziaria al comparto, in un quadro di coerenza con il sistema degli incentivi definito a livello nazionale ed eurounitario, il recupero degli effetti negativi dovuti all’emergenza sarebbe rapido. In alternativa – scrive Arera - resta unicamente la possibilità di definire progressivamente un meccanismo di bilanciamento interno al settore, operante su due dimensioni”.
In particolare: “La prima, tra diverse categorie di utenze in ragione delle loro caratteristiche; la seconda, considerando un arco di tempo sufficientemente ampio tale da rendere sostenibile il recupero graduale dell’impatto”.
Nella memoria si cita anche il D.Lgs n. 116/2020 e “la prevista adozione del Programma nazionale di gestione dei rifiuti da parte del Mite”. Si tratta di “un’utile occasione per ridefinire il fabbisogno impiantistico nazionale” e l’Autorità, dal canto suo, “è orientata a introdurre una classificazione degli impianti esistenti che permetta di identificare quelli da assoggettare a regolazione, tenendoli distinti dagli altri”. Ciò avverrà distinguendo tra impianti di chiusura del ciclo “minimi o aggiuntivi”.
Con l’applicazione del Metodo tariffario rifiuti nel primo periodo regolatorio (2018-2021), segnala Arera, sono giunte in Autorità circa 5.500 predisposizioni tariffarie, relative a una popolazione complessiva di poco superiore a 48 milioni di abitanti. “Una quota rilevante degli atti trasmessi è ancora in fase istruttoria da parte dell’Autorità e sta richiedendo le necessarie interlocuzioni”.
Da segnalare, inoltre, che “in almeno dieci Regioni gli Egato risultano pienamente operativi, mentre in altre aree del Paese si osservano situazioni che presentano profili di completato parziale non operatività degli stessi”.
Infine il Pnrr, documento che prospetta “l’impiego di risorse nel rafforzamento delle infrastrutture del settore e di rendere maggiormente efficaci i processi decisionali nell’ambito della filiera amministrativa”. Per Arera “si tratta di un insieme di azioni che può trovare il necessario supporto nella regolazione che l’Autorità si dispone a elaborare e ad approvare, in ragione delle proprie competenze e secondo le linee strategiche adottate, anche con riferimento a un più ampio orizzonte temporale per la programmazione, nonché a una rinnovata attenzione alla promozione dell’efficienza delle attività di gestione e di investimento, alla luce della gerarchia dei rifiuti”.