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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

“Pniec pilastro dei fondi Ue per la ripresa italiana”

Il capo di Gabinetto della commissaria all’Energia Grassi: “A ottobre raccomandazioni sul piano anche per l’utilizzo delle risorse del Recovery Fund” (articolo di Quotidiano Energia)

Quotidiano Energia - Il Pniec italiano sarà “uno dei pilastri su cui costruire tutti gli altri documenti di programmazione richiesti per lo sforzo di rilancio, i piani di transizione all’interno del Just Transition Mechanism ma soprattutto i futuri piani di ripresa per poter programmare e utilizzare le risorse di Next GenerationEU”. Lo ha detto ieri il capo di Gabinetto commissaria Ue all’Energia, Stefano Grassi, intervenendo al webinar di Confindustria Energia “Infrastrutture energetiche per la ripresa dell’Italia e per lo sviluppo del Mediterraneo”.


Grassi ha definito il Pniec italiano “un vero punto di forza nella transizione”, ricordando che i piani di altri Stati Ue “sono stati a volte inviati in ritardo e a volte con una chiarezza di visione inferiore”.

In un Paese “in cui è sempre difficile fare programmazione tra i diversi attori”, il Pniec è “un documento ben costruito, inclusivo e lungimirante” e – ha ammonito - “una leva che deve essere sfruttata appieno e non lasciata in secondo piano in un momento cui la velocità delle cose porta a concentrarsi su altri documenti di programmazione”.

Il capo di Gabinetto della commissaria Kadri Simson ha poi confermato che Bruxelles svolgerà alla fine di settembre l’assessment complessivo dei 27 Pniec e un mese dopo presenterà le valutazioni individuali di ciascun piano, che potrebbero contenere “raccomandazioni per costruire i piani di ripresa”.

Il Piano energia-clima, ha insistito Grassi, sarà quindi “una pietra angolare per tutto il lavoro che dovrà essere fatto ed è nell’interesse collettivo che sia ben valorizzato e fonte di ispirazione per la preparazione degli altri documenti di programmazione”. Del resto, “gli investimenti nelle infrastrutture e nelle tecnologie dell’energia pulita sono una delle più importanti leve di crescita e di rafforzamento del Pil e di creazione di posti di lavoro” e “le imprese italiane sono molto ben posizionate per poter realizzare questi investimenti, nonostante abbiano sofferto della crisi, sia per conoscenze che per capacità finanziaria”.

Il Pniec, insomma, sarà “una grande occasione da cogliere per utilizzare al meglio i fondi europei per la ripresa”. Ma su questo fronte Grassi ha voluto evidenziare una criticità emersa dall’accordo di ieri (QE 21/7): se da un lato è “positivo” l’aumento al 30% della quota dello stanziamento totale che dovrà avere risvolti climatici, dall’altro “siamo un po’ preoccupati per lo spostamento dagli strumenti di de-risking (InvestEU e gli strumenti di solidarietà come il Just Transition Fund) verso il Recovery Plan”. Questo vuol dire, ha spiegato, “dare più spazio alla progettualità e alle scelte delle amministrazioni nazionali che prepareranno i piani rispetto a procedure competitive come quelle di InvestEU in cui i progetti arrivano anche dal mercato”.

Inoltre, i tempi di “commitment” dei progetti finanziabili è stato anticipato di un anno al 2023. Di conseguenza, “occorrerà guardare a progetti maturi o a un grado avanzato per non perdere queste occasioni”.

E “se l’elemento tempi diventa così importante”, ha concluso Grassi, “è essenziale intervenire sulla semplificazione e accelerazione delle procedure amministrative”.