Quotidiano Energia - “L’attuale crisi ha dimostrato l’importanza di considerare nei piani di preparazione anche scenari estremi, come ad esempio il rischio di pandemia, eventualmente associato a crisi dell’approvvigionamento energetico indotte dal clima”. Lo sottolinea la Commissione Ue nel documento “Sicurezza energetica: buone pratiche per affrontare i rischi pandemici”, in cui si rileva che “sebbene durante la crisi Covid-19 il sistema energetico abbia dimostrato di essere resiliente grazie alla buona preparazione del settore, è importante rimanere vigili”.
Il documento, come annunciato il mese scorso dalla commissaria all’Energia Kadri Simson, indica i principali elementi di rischio nel breve e lungo termine e le buone pratiche che il settore energetico dovrebbe seguire per minimizzare gli effetti di future pandemie.
Tra i rischi di breve termine sono elencati quelli connessi all’approvvigionamento energetico, alla circolazione e disponibilità di lavoratori specializzati e di ispettori di controllo della sicurezza nucleare, all’accesso a componenti e materie prime e a dispositivi di protezione e test medici per i lavoratori, alla continuità operativa delle infrastrutture critiche e alla preparazione alle variazioni della domanda di energia e alle minacce informatiche.
Le criticità nel lungo termine sono invece legate alle incertezze sulla durata della pandemia, all’indisponibilità di forza lavoro specializzata, a ulteriori imprevisti (come eventi meteorologici estremi), all’affidabilità delle catene di approvvigionamento, ai ritardi nella manutenzione e nello sviluppo dei progetti, alla riduzione degli investimenti, ai livelli di stoccaggio di emergenza e alla perdita di controllo sugli asset strategici.
Di qui le buone pratiche, tra cui la Commissione indica innanzitutto la salvaguardia della fornitura di energia ai clienti vulnerabili e la libera circolazione dei lavoratori specializzati.
Importanti sono inoltre un settore energetico dichiarato “servizio essenziale”, il buon funzionamento del mercato interno dell’energia e solidi piani di preparazione al rischio e di continuità operativa e di emergenza, nonché la solidarietà e il coordinamento transfrontaliero attraverso la comunicazione e condivisione delle informazioni.
Tra le buone pratiche figurano anche il telelavoro ove possibile, la riprogrammazione delle manutenzioni non essenziali, l’introduzione di misure igieniche e sanitarie, l’assistenza e formazione transfrontaliera per gli operatori, la resilienza dei centri di controllo e l’istituzione di riserve di volontari per la gestione e protezione delle infrastrutture critiche.
Last but not least, dovrebbero essere rafforzare le misure e la cooperazione in materia di cibersicurezza, adottato da parte dei regolatori nazionali “un approccio pragmatico basato sul rischio” e attribuita adeguata importanza all’impatto economico delle crisi sulle società energetiche, i subappaltatori e gli investitori.
Nella preparazione delle buone pratiche l’esecutivo comunitario ha consultati i vari gruppi di esperti previsti dalla legislazione Ue (per elettricità, gas, petrolio, nucleare etc.), costituiti dai rappresentanti degli Stati membri, delle autorità di regolazione nazionali, degli operatori delle reti e delle associazioni e aziende di settore.