Quotidiano Energia - Arriva il terzo pilastro del Meccanismo per la transizione giusta presentato da Bruxelles lo scorso gennaio. La Commissione Ue e la Banca europea per gli investimenti (Bei) hanno presentato infatti lo strumento di prestito dedicato al settore pubblico, destinato ad affiancare il Just transition fund (il cui budget è stato aumentato mercoledì da 7,5 a 40 mld €) e il sistema specifico nell’ambito di InvestEU che punta ad attrarre investimenti privati nelle regioni maggiormente colpite dall’impatto della transizione.
Il nuovo strumento, ha spiegato il vice-presidente esecutivo della Commissione Ue responsabile per l’Economia, Valdis Dombrovskis, sarà attuato con il coinvolgimento della Bei e incoraggerà gli investimenti delle autorità pubbliche a vantaggio delle regioni ad alta intensità di carbone e di CO2. Lo strumento erogherà 1,5 miliardi di euro di sovvenzioni a fondo perduto a carico del bilancio Ue e fino a 10 mld € di prestiti Bei, mobilitando così tra i 25 e i 30 mld €.
Tutti gli Stati membri Ue avranno accesso alle sovvenzioni, mediante inviti a presentare progetti che soddisfino tre criteri: andare a beneficio dei territori individuati nei piani territoriali per una transizione giusta, ricevere un prestito Bei a titolo dello strumento e non generare un livello di introiti sufficiente ad essere realizzati anche in assenza di aiuti. In aggiunta, i progetti dovranno rispettare la politica di prestiti della Bei.
I settori di investimento, precisa una nota, “comprenderanno le infrastrutture dell’energia e dei trasporti, le reti di teleriscaldamento, i trasporti pubblici, le misure per l’efficienza energetica e le infrastrutture sociali, nonché altri progetti che possono andare direttamente a beneficio delle comunità nelle regioni colpite e ridurre i costi socioeconomici della transizione”.
La proposta sullo strumento di prestito sarà negoziata adesso con l’Europarlamento e il Consiglio Europeo, in vista di una “rapida adozione”.
I primi inviti a presentare progetti saranno pubblicati subito dopo l’entrata in vigore dello strumento e l’approvazione dei piani territoriali per una transizione giusta da parte dell’esecutivo comunitario. In questo senso, la Commissione informa che i piani sono attualmente in fase di elaborazione da parte di 18 Stati membri tra cui l’Italia, che ha già ottenuto un via libera preliminare ai progetti per Taranto e Sulcis.
Secondo la Commissione, i tre pilastri del Meccanismo per la transizione giusta mobiliteranno tra il 2021 e il 2027 investimenti per “almeno 150 mld €”.