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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Comunità montane e green community verso una strategia europea per la montagna

Serve un lavoro “top-down” sui territori per individuare strumenti efficaci (articolo di e7, il settimanale di Quotidiano Energia)

e7, il settimanale di Quotidiano Energia - Per le Comunità montane è arrivato il momento di “ripartire in un percorso avviato già due anni fa e ripreso il 31 gennaio di quest’anno con il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, rispetto il rilancio di una serie di impegni importantissimi“.

Marco Bussone, presidente nazionale Uncem, introduce così il web in air “Green community: un’idea di Paese” organizzato dalla sua associazione con il dipartimento Affari regionali e Autonomie della Presidenza del Consiglio. Si tratta di un “filo rosso di lavoro” collegato agli Stati generali della Montagna avviati con il progetto Italia; programma finanziato dal Pon Governance sull’approccio dei territori montani alle sfide del nostro tempo in cui queste realtà sono viste non come luogo marginale del Paese ma come aree in cui c’è possibilità di sviluppo tecnologico e innovazione.

“Un progetto che nasce per applicare la legge Delrio”, spiega Francesco Tuffarelli, coordinatore Ufficio I dipartimento Affari regionali e Autonomie, che aggiunge: “Abbiamo alla firma del decimo protocollo con le Regioni”. Accordi andati avanti anche durante lo stop dato dalla pandemia.

Un percorso che si prefigge di elaborare la strategia di crescita per i territori intorno alle “green community”. Ad oggi “le stesse Regioni ci segnalano quali siano le esperienze che secondo loro possono essere importanti”, continua Tuffarelli. Il che ha evidenziato il ruolo dei Comuni montani: si tratta di circa “il 40% dei nostri Comuni. Abbiamo iniziato a pensare che fosse green community ogni territorio a cui fosse dato cura di un bene paesaggistico a uso anche degli altri”. Un’iniziativa che richiede grande progettualità e coesione, con una visione di lungo termine.

“Per farlo abbiamo bisogno di tutta la collaborazione di chi lavora in questa realtà e delle esperienze del territorio. Vorremo creare una comunità su questo tipo di percorso che riesca a dare un’integrità al contesto dei progetti”, evidenzia Tuffarelli, spiegando come l’obiettivo sia “indirizzare l’Unione europea verso una strategia europea per la montagna”. Un progetto che ammette essere “molto ambizioso” anche se “per meno non è il caso di muoversi”.

Un’azione per la quale gli strumenti ci sono, secondo il presidente Bussone: “Non serve una nuova legge sulla montagna. Serve attuare quelle che già abbiamo. La legge 158 sui piccoli comuni, la 221 sulla Green economy e il Testo unico forestale che va avanti nell’approvazione dei decreti attuativi e dei cambiamenti. L’impegno della pianificazione della green community richiede potere di governance per le istituzioni”, continua il presidente Uncem, “un fronte su cui bisogna lavorare”.

“Nel nostro Paese l’attuazione delle normative è sempre legata a delle circostanze di carattere quasi occasionale”, afferma in conclusione dei lavori Enrico Borghi, consigliere per la Montagna del ministro per gli Affari regionali e le autonomie. “Oggi ci troviamo a discutere di una normativa risalente al 2015 che per una serie di situazioni ha un suo futuro molto contingente”. Attivarsi per una politica di strategia green significa “ricostruire un’idea di Paese che sia in una relazione positiva e di forte mutuo contatto tra le realtà rurali e urbane, prendendo atto che il modello di sviluppo e di organizzazione comunitaria delle prime è l’unico in grado di consegnarci un avvenire”.

Dunque, “abbiamo bisogno di sintetizzare la mole di strumenti e normative per renderle organiche. Stiamo lavorando fortemente per fare in modo che nel nuovo periodo di programmazione (Europeo, ndr.)  2021 - 2027 vi sia una linea specifica destinata al green new deal per le zone interne”. Azioni per cui il consigliere Borghi sottolinea la necessità di “un lavoro top-down” che realtà come Uncem, “come definito dal decreto fiscale varato nello scorso anno”, e Anci possono svolgere.  

Azione per cui è necessario anche un coinvolgimento come parte attiva di enti locali e realtà del territorio, dalla cui esperienza, secondo Borghi, sarà possibile “costruire una cassetta degli attrezzi di elementi che possano avere, a livello centrale, un accompagnamento di carattere sussidiario, professionale e scientifico”.

Uno strumento che, nato dalla pragmaticità del territorio e suffragato da best pratice, risulterà vincente per il sistema Paese e per l’Europa.