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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Il Gis come bussola per lo sviluppo delle smart grid

L’analisi Zpryme sull’uso dei dati di posizione da parte delle utility (articolo di e7, il settimanale di Quotidiano Energia)

e7, il settimanale di Quotidiano Energia -  Lo sviluppo di un modello energetico decentralizzato fa sì che fattori strategici come le smart city e l’IoT “bussino alla porta delle utility”. Con questa suggestiva considerazione si apre un’analisi della società di ricerca americana Zpryme dal titolo “Spatial data at the core of grid modernization”.

Man mano che la rete elettrica viene collegata a impianti distribuiti “e decarbonizzata, la modernizzazione del network deve diventare sinonimo di gestione e analisi dei dati spaziali per integrare efficacemente l’energia e far funzionare il sistema”.

Le sfide aperte dalle applicazioni Gis, secondo gli analisti, sono moltissime e c’è l’esigenza di accompagnare le società energetiche nell’approccio a questa nuova dimensione dell’asset management. La difficoltà, in particolare, sta nel “dare un senso” alla mole di dati crescente che le utility si trovano a dover gestire ed elaborare.

Non a caso, rileva Zpryme, il 76% delle utility afferma che le loro organizzazioni potrebbero utilizzare meglio le informazioni basate sulla posizione, soprattutto per conoscere in tempo reale tutto ciò che accade sulle loro reti. Attualmente l’ingegneria (89%) e l’operations and maintenance (78%) sono i segmenti d’azienda che utilizzano maggiormente le informazioni Gis, seguiti dal customare care (39%). Le principali potenzialità inespresse, secondo gli autori dell’analisi, sono proprio nella comunicazione con i clienti.

Ma quali sono gli ostacoli all’uso delle applicazioni Gis nel sistema energetico? La qualità dei dati a disposizione (55%), l’integrazione IT-OT aziendale (49%) e più in generale l’integrazione dei sistemi (47%).

“Le utility oggi hanno bisogno di una migliore comprensione del comportamento della loro rete in relazione all’ambiente circostante e alle minacce. Il Gis ha il potere di rivelare le relazioni tra set di dati distinti che promuovono la sicurezza e l’efficienza operativa, manifestando le vulnerabilità delle interruzioni prima che si verifichino”.

Guardando al futuro, dunque, “operations and maintenance” (79%), sicurezza (75%) e analisi dei dati (73%) sono tra i settori principali di sviluppo del rapporto Gis-utility nei prossimi 3-5 anni; considerando anche che l’88% del campione d’indagine prevede che le informazioni basate sulla posizione diventeranno più importanti nei prossimi 1-3 anni.

“La modernizzazione continua della rete renderà il Gis e i dati accurati sulla posizione più importanti per migliorare la gestione della forza lavoro, l’efficienza operativa e l’affidabilità”.

Il 5G accelera i processi ma attenzione alla cybersecurity

Se è vero che i dati avranno un ruolo sempre più rilevante nell’organizzazione e nell’attività di ogni tipo di azienda, la connettività veloce e diffusa moltiplicherà la mole di informazioni che questi soggetti saranno chiamati a raccogliere, elaborare e sfruttare. Il tutto con inevitabili ripercussioni sulla cyber security, come rileva la società statunitense di sicurezza informatica, Palo Alto Networks. “La cybersecurity svolgerà un ruolo critico, con le organizzazioni chiamate ad adottare una segmentazione granulare delle proprie reti”, secondo il vicepresidente Greg Day.

Sono tre, in particolare, le azioni fondamentali per difendersi: “Ridurre il rischio attuando una strategia ‘Zero Trust’, contrastando l’aumento del perimetro attaccabile; garantire la correlazione dei flussi di dati e la visibilità dell’ecosistema dei fornitori, poiché non si può proteggere qualcosa che non è visibile; assicurarsi che la propria strategia di cybersecurity tenga il passo con la riduzione della latenza e l’aumento dei dati”.

Cosa si intende per Zero Trust? Si tratta di un approccio che si basa sul principio “non fidarsi di niente, verificare sempre”. Nel caso delle reti 5G, dunque, occorre pensare che qualsiasi persona o dispositivo che richiede l’accesso è da considerare come una potenziale minaccia e quindi occorre “stringere le autorizzazioni d’accesso a un’area specifica. Ad esempio, un’automobile connessa potrà accedere solo ai dati di cui ha bisogno per comunicare ed evitare una collisione, nient’altro”.