Quotidiano Energia - “La Cre rinnova la sua raccomandazione alle autorità francesi ed europee di aumentare il tetto dell’Arenh, che non è più adatto alla situazione attuale del merccato dell’elettricità francese”. E’ l’appello lanciato dal regolatore transalpino contestualmente all’annuncio di un volume di richieste record – e di gran lunga superiore all’offerta - pervenute per l’Arenh, l’energia nucleare che dal 2011 Edf deve cedere ai concorrenti in forza delle legge “Nome” sull’apertura del mercato a un prezzo fisso di 42 €/MWh.
Un totale di 73 fornitori hanno presentato per l’anno 2020 richieste per 147 TWh (al netto delle forniture per le perdite dei gestori delle reti e le filiali di Edf), a fronte di un tetto di 100 TWh. Considerato che “non è stata registrata alcuna domanda individuale sproporzionata”, la Cre ha ripartito prorata il volume Arenh disponibile: ciascun fornitore riceverà il 68% di quanto richiesto.
L’Arenh, bocciato l’anno scorso dalla Corte dei Conti francese secondo cui il sistema penalizzerebbe Edf, è da tempo oggetto di un aspro dibattito e una proposta di riforma messa a punto dal Governo è attualmente in discussione con la Commissione europea. In questo quadro, la Cre preparerà un’analisi sul crescente squilibrio tra la domanda di Arenh e il tetto previsto.
Nel 2012 l’elettricità Arenh richiesta dai concorrenti di Edf era ammontata a 60,8 TWh, nel 2013 a 64,3 TWh e nel 2014 a 71,4 TWh, per poi crollare a 32,1 nel 2015 e a zero nel 2016 a seguito della discesa dei prezzi elettrici sul mercato all’ingrosso. Negli anni successivi si è registrata una graduale ripresa: 82,1 TWh nel 2017, 96,3 TWh nel 2018 e 132,98 TWh nel 2019.