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Sit-in di ong a Roma, sbloccare iter comunità energetiche

Davanti ministero dell'Ambiente, stop ritardi e mancanza regole

Redazione ANSA ROMA
(ANSA) - ROMA, 15 NOV - Sit-in questa mattina, davanti al ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase), a Roma, organizzato da Legambiente con la Rete delle Comunità energetiche solidali, Kyoto Club, Free, Next per dire "stop ai ritardi e agli ostacoli che frenano lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili in Italia".

I manifestanti spiegano che "in Italia le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) non trovano terreno fertile, sotto scacco di ritardi burocratici e mancanza delle regole attuative, nonostante queste siano, a tutti gli effetti, uno strumento efficace e una soluzione utile e concreta per contrastare il caro bollette, l'emergenza climatica e la povertà energetica".

Le associazioni chiedono a governo e parlamento "non solo di accelerare la conclusione dell'iter necessario per permettere in Italia lo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili ma anche di adoperarsi per superare tutte le difficoltà tecniche e burocratiche che impediscono lo sviluppo del vero potenziale ambientale, economico e sociale, oltre a quello strutturale per la rete elettrica in termini di alleggerimento".

Secondo il dossier "I blocchi allo sviluppo delle comunità energetiche" di Legambiente, "su 100 comunità energetiche mappate fino a giugno 2022 su comunirinnovabili.it, appena 16 sono riuscite ad arrivare a completare l'iter di attivazione presso il Gse (Gestore dei servizi energetici) e di queste solo 3 hanno ricevuto i primi incentivi statali.

Una situazione intollerabile, che ha unito in piazza associazioni, comuni, imprese e che ha viaggiato anche sui social con l'hashtag #ComunitàEnergeticheLibere".

"Si cambi rotta subito superando gli inaccettabili ritardi e ostacoli che tengono in ostaggio le comunità energetiche rinnovabili" dichiara Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, citando in particolare i ritardi da parte del Mase e di Arera, del Gse e le difficoltà nel ricevere dai distributori locali le informazioni necessarie a identificare l'ambito di sviluppo delle Cer. (ANSA).

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