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Ambientalisti, proposta di legge Ue sul clima è poco ambiziosa

Rafforzarla e presentarla prima del Consiglio europeo di giugno

Redazione ANSA

La proposta di Legge sul Clima adottata oggi dalla Commissione europea "rappresenta un importante passo avanti per garantire una governance unitaria e coerente della politica climatica europea". Lo dice Legambiente aggiungendo che "tutte le politiche europee dovranno essere riviste per contribuire al raggiungimento della neutralità climatica, in modo che tutti i settori dell'economia europea facciano la loro parte". Purtroppo, prosegue l'associazione ambientalista, "si conferma l'intenzione della Commissione di proporre, entro settembre prossimo, l'aumento dell'attuale obiettivo di riduzione delle emissioni di gas-serra per il 2030 solo al 50-55% rispetto ai livelli del 1990. Proposta poco ambiziosa e non in linea con l'obiettivo dell'Accordo di Parigi di contenere il surriscaldamento del pianeta entro la soglia critica di 1,5 gradi centigradi". Per fronteggiare l'emergenza climatica "si deve andare oltre il 55%" e l'Europa "può e deve ridurre le sue emissioni di almeno il 65% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, in coerenza con le indicazioni dell'Emissions Gap Report delle Nazioni Unite".

I prossimi mesi "saranno cruciali - dichiara Stefano Ciafani, presidente di Legambiente - L'emergenza climatica non consente ulteriori rinvii. Un primo segnale chiaro e forte deve già venire dal Consiglio Ambiente che si riunisce domani a Bruxelles e che ha in agenda sia la Legge sul Clima che il Green Deal Europeo. L'Italia deve sostenere con forza la necessità di avviare da subito il processo di revisione degli attuali impegni di riduzione al 2030. Non è possibile attendere fino a settembre. La Commissione deve presentare una proposta di aumento dell'obiettivo al 2030, ambiziosa e in linea con la soglia critica di 1,5 gradi centigradi, in tempo utile affinché i governi possano raggiungere un accordo non oltre il Consiglio Europeo di giugno. Solo così l'Europa può arrivare al Vertice Ue-Cina, in programma il prossimo settembre a Lipsia e per la prima volta a livello di capi di stato e di governo, con una proposta in grado di spingere la Cina a sottoscrivere un accordo ambizioso in vista della Cop26 di Glasgow".

La proposta di legge sul clima dell'Ue "pone l'Europa su una strada essenziale verso l'azzeramento delle emissioni nette, fissando la deadline al 2050 al più tardi. Tuttavia, la proposta è ben al di sotto di quanto richiesto dalla crisi climatica". Lo sottolinea Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia, spiegando che "non include misure che ridurrebbero drasticamente le emissioni ora, come l'allineamento delle altre politiche dell'Unione Europea agli obiettivi climatici e un innalzamento dell'obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2030 in linea con le indicazioni della comunità scientifica". Questa proposta, prosegue, "indica la direzione generale giusta, quella della neutralità climatica, ma l'obiettivo condiviso deve essere quello di arrivare a una massiccia riduzione delle emissioni a partire da oggi. Questo può essere fatto portando l'obiettivo del 2030 al 65% di riduzione delle emissioni, assicurando che tutte le politiche Ue siano in linea con gli obiettivi climatici e creando un organismo scientifico indipendente che monitori e dia indicazioni sull'azione per il clima. Tra l'altro, sulla coerenza delle politiche si gioca tutta la credibilità del Green New Deal, in Italia e in Europa. Quindi anche per l'Italia sarà utile e complementare una legge sul clima nazionale, strumento di cui si sono dotati la maggior parte dei Paesi Europei". Gli elementi cruciali mancanti per affrontare la crisi climatica sono, secondo il Wwf: riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 65% entro il 2030 e il raggiungimento di emissioni nette zero entro il 2040; la legge dovrebbe anche contenere un obiettivo separato per la rimozione di Co2 dall'atmosfera attraverso il ripristino delle foreste e di altri ecosistemi; un divieto di tutti i sussidi, agevolazioni fiscali, pubblicità e altri benefici per i combustibili fossili come il carbone, il petrolio e il gas; l'impegno a istituire un organismo scientifico indipendente che esamini gli obiettivi dell'Ue, i suoi piani e le sue politiche per affrontare la crisi climatica".

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