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Carraro (Ipcc), a Madrid per tagliare ancora i gas serra

Esperto, impegni presi a Parigi sono ormai insufficienti

di Stefano Secondino ROMA

di Stefano Secondino

"Alla Cop25 di Madrid comincerà la revisione degli impegni dei paesi firmatari dell'Accordo di Parigi per la riduzione dei gas serra. Impegni che erano stati presi a Parigi nel 2015, ma che sono ormai insufficienti per raggiungere gli obiettivi dell'Accordo sul clima, e vanno aumentati e resi più ambiziosi". Lo spiega all'ANSA Carlo Carraro, docente di Economia ambientale all'Università Cà Foscari di Venezia e membro dell'Ipcc, il comitato scientifico dell'Onu sul clima.
    "A Madrid non verranno prese probabilmente grosse decisioni -spiega Carraro -. Si avvierà il processo per rivedere gli Ndc (Natonally Determined Contributions), cioè gli impegni dei singoli stati per tagliare i gas serra. E' noto oramai che gli Ndc definiti a Parigi sono insufficienti per garantire i target dell'Accordo (mantenere il riscaldamento globale entro 2 gradi dai livelli pre-industriali, se possibile entro 1,5 gradi, n.d.r.). L'Ue ha già annunciato che vuole innalzare i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni. I paesi dovranno prendere nuove misure, che poi dovranno essere esaminate e approvate".
    Il primo gennaio del 2020 inoltre entrerà formalmente in vigore l'Accordo di Parigi. Da quel momento, gli impegni presi nel 2015 diverranno legalmente vincolanti per gli stati firmatari, tranne per gli Stati Uniti, che hanno annunciato di voler uscire dall'Accordo.
    "E' per questa ragione per esempio che la Germania ha presentato il suo piano ambientale da decine di miliardi di investimenti - spiega il docente -. In Italia abbiamo il Pniec, il Piano nazionale energia e clima, che si può vedere sul sito del Ministero dello Sviluppo economico. Ma è un piano che non è sufficientemente ambizioso per raggiungere gli obiettivi di Parigi".
    Secondo l'esperto, "la Cop25 di Madrid sarà ancora interlocutoria, come forse anche la Cop26 di Glasgow nel 2020.
    Temo che per avere un quadro più definito si dovrà aspettare il 2022. A metà di quell'anno, uscirà il nuovo rapporto dell'Ipcc sul clima, dopo quello dell'ottobre del 2018. Il rapporto darà un quadro aggiornato della situazione mondiale. Ma sarà importante perché non sarà solo una ricerca scientifica: gli stati voteranno quello studio, e quando l'avranno approvato, verrà adottato da tutti. I governi non potranno più negare le sue conclusioni".
   

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