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Cop23, monito da Bonn, 2017 caldo record, ora agire

Rispettare accordo Parigi. Berlino, altri 50 mln per isole

di Rosanna Pugliese ROMA

BERLINO - Il 2017 sarà molto probabilmente uno dei tre anni più caldi di sempre. Il dato, emerso da uno studio dell'Organizzazione metereologica mondiale, fa da monito all'apertura dei lavori della conferenza mondiale delle Nazioni Unite sul clima, oggi a Bonn. E la responsabile del segretariato dell'Onu Patricia Espinosa ha spronato presenti e non: "Adesso dobbiamo agire". L'accordo di Parigi va mantenuto e rispettato, ha aggiunto Frank Bainimarama, premier delle isole Fiji, che presiedono il vertice, ospitato solo tecnicamente dalla Germania.

Il summit è ritenuto in effetti decisivo per puntellare l'accordo di Parigi e procedere verso i regolamenti per attuarlo, dopo la clamorosa decisione di Washington di uscirne. Il temuto "effetto domino", però, non c'è stato: Usa e Siria sono gli unici paesi delle Nazioni unite a essersi chiamate fuori dall'intesa. E anche sugli Stati Uniti la speranza di un ripensamento rispetto al passo indietro non è affatto sepolta: tecnicamente, come è noto, non potranno uscirne prima del 2020, c'è tempo, e tante cose possono ancora accadere, ha affermato oggi la ministra tedesca dell'Ambiente, Barbara Hendricks.

La Germania intanto, attraverso la delegata del governo Merkel, ha annunciato di voler stanziare altri 50 milioni di euro per le isole a rischio: ne aveva già destinati 190 al fondo concepito per questa emergenza. E da Berlino arriva anche la volontà di diminuire le emissioni del 40% rispetto al 1990, entro il 2020. Mentre circa 25 mila persone, provenienti da 195 Paesi del mondo, prendono parte al cosiddetto Cop23 (23/ima Conferenza delle parti) nella ex capitale, a Berlino l'allarme sul clima crea un chiaro rimbombo sulle trattative in corso fra Unione Liberali e Verdi per formare un eventuale governo dai colori Giamaica. L'Fdp ha sempre detto di riconoscersi negli obiettivi di Parigi, ma pur volendo rispettare gli obiettivi posti per il 2030 e quelli per il 2050, vorrebbe rallentare le politiche per gli obiettivi del 2020.

I Verdi, dall'altro lato, non demordono: "il clima va tutelato, altrimenti i colloqui termineranno velocemente", ha ribattuto la Verde Simone Peter. Ma anche Angela Merkel ha a cuore le politiche sul clima: è stata lei a evitare contagi, al G20 di Amburgo, isolando gli Usa sulla scelta di Parigi. E oggi ha fatto sapere che quello della tutela del clima è uno dei temi che più stanno a cuore all'Unione, nel tavolo per il prossimo governo.

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