Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Clima: diritti agli indigeni per proteggere aree a rischio

Da diversi governi pressing per riconoscimento in testo accordo

Redazione ANSA

di Chiara Rancati
Le popolazioni indigene e le loro conoscenze possono e devono essere un fattore cruciale nella preservazione ambientale e nella lotta al cambiamento climatico. Il messaggio, da anni portato avanti dalla società civile, alla Conferenza Onu sul Clima entra nei discorsi di molti governi regionali e nazionali, intenzionati ad ottenere il riconoscimento per "l'importanza dei popoli nativi e dei saperi tradizionali per resistere agli sconvolgimenti climatici". Dagli Stati artici agli arcipelagi del Pacifico, passando per i rappresentanti di alcune regioni amazzoniche, molti decisori politici hanno esplicitato il fatto che le conoscenze ancestrali di queste popolazioni sono uno strumento cruciale per tutelare i territori e i loro abitanti, ma anche per 'leggere' i segnali che la natura invia per preannunciare un evento climatico estremo. "Non siamo solo vittime, siamo un popolo fiero con forti conoscenze tradizionali, che ci danno resistenza", ha detto davanti alla plenaria Jerome Ludvaune, ministro per il Cambiamento climatico di Vanuatu, chiedendo che nei progetti sull'adattamento, e nei finanziamenti che sono loro destinati, questa componente sia adeguatamente valorizzata. Il pressing sulla questione è riuscito a far inserire un riferimento ai "diritti dei popoli indigeni" nella bozza di accordo, anche se in una posizione meno forte di quanto si sperasse. La proposta avanzata da alcune associazioni e rappresentanti della società civile era di inserire una menzione in uno degli articoli, ma non ha ricevuto il supporto politico sufficiente. Anche alcuni Paesi latinoamericani con governi progressisti, secondo fonti vicine alle trattative, avrebbero espresso le loro perplessità. L'opzione è quindi uscita da quelle considerate per l'articolo, ed è stata spostata nel preambolo dell'accordo, in una delle parti ancora tra parentesi, su cui quindi non c'è consenso definitivo. Per insistere sull'importanza di questo riconoscimento, Greenpeace ha radunato oggi alcuni rappresentanti di comunità indigene di tutto il mondo, davanti all'orso polare meccanico Aurora, simbolo delle aspettative "dei popoli del mondo" sui risultati della Cop 21. "Sarebbe ingiusto se i diritti delle popolazioni indigene non fossero inclusi nel testo - ha commentato uno di loro, portavoce degli Jukagiri venuto dalle fredde terre della Siberia orientale - siamo in prima linea sul cambiamento climatico, e ne stiamo soffrendo i primi e peggiori effetti. Abbiamo il diritto di essere riconosciuti in questo forum internazionale".

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA