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Curcio, in cinque anni 1,2 mld per rischio idrogeologico

Autorità bacino, per 56 km Tevere fiume più pulito al mondo

Redazione ANSA ROMA
(ANSA) - ROMA, 27 GEN - "Negli ultimi 5 anni, gli effetti del dissesto idrogeologico, alluvioni, frane, hanno portato quasi 30mila cittadini ad andare fuori casa, quasi 90 morti.

Calcolando le dichiarazioni di stato di emergenza 2019-2020-2021, il Paese ha messo sul tavolo 963 milioni di euro e, con i fondi di solidarietà Ue, sono 1,2 miliardi, soldi che potevano essere usati per altri motivi". Lo ha detto il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio durante il convegno 'Progetto Roma sicura'.

"Facciamo grandissima fatica a parlare di prevenzione, siamo un paese che tende all'emergenza", premette, dicendosi soddisfatto di parlare oggi di prevenzione a Roma. "Ho piacere che Roma sia al centro di questo ragionamento", ha detto Curcio, ricordando di aver vissuto personalmente "le ansie che il Tevere ci ha dato, nel 2008, quando ci siamo svegliati tutti e abbiamo detto 'magari bisogna evacuare il Flaminio'. Da allora sono stati fatti tanti ragionamenti - ha aggiunto -. E' un pezzo della città che può far male alla città se non ben governato" ma "da cittadino vedo che quel percorso che ci stordì" nel 2008 "oggi trova un momento di riflessione".

Il Tevere, comunque, "è un fiume pulito: se prendessimo solo il tratto di 56 km di scorrimento da Castel Giubileo alle foci (naturale di Ostia e artificiale di Fiumicino), il Tevere sarebbe il fiume più pulito del mondo, per l'attività di depurazione fatta in 15 anni da Acea. Sono stati fatti passi avanti giganteschi da questo punto di vista". Lo ha detto il segretario generale dell'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino centrale Erasmo D'Angelis durante il convegno 'Progetto Roma sicura'. D'Angelis ha definito il Tevere "un fiume più sicuro, più pulito, da vivere". "Nel paese più ricco di acqua d'Europa che è l'Italia, Roma è la città più ricca di acqua del continente. Ha una rete idrografica di scorrimento molto estesa, quasi 700 km di piccole vie d'acqua tributarie del Tevere e dell'Aniene" ma "oggi questa rete non la vediamo più perché da 29 anni non c'è manutenzione. Con i fondi dell'ex ministero dell'Ambiente stiamo operando sugli 80 km più pericolosi", "piccoli fossi e fossati tombati da rifiuti...c''è anche tanta maleducazione" ha detto D'Angelis. "Noi siamo molto preoccupati perché Roma ha una storia di piene devastanti che parte da lontano, dai tempi dei romani", "oggi i rischi sono aumentati per una mancata gestione delle sponde del Tevere", ha aggiunto. (ANSA).

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