(ANSA) - NAPOLI, 14 GEN - Senza familiari che possano
assisterli in casa e senza una pensione tale da poter pagare le
sempre più costose rette per alloggiare in una Rsa, con una
sanità territoriale che fatica a prenderli in carico una volta
usciti dall'ospedale, quasi un ricoverato ultrasettantenne su
due in Campania passa in un letto d'ospedale dai 5 ai sette
giorni in più rispetto a quella che dovrebbe essere la sua data
di dimissioni da un punto di vista squisitamente clinico. Così,
mentre gli ospedali sono sempre più in affanno per carenza di
posti letto e così i pronto soccorso, costretti a far stazionare
i pazienti nelle astanterie in attesa si liberi un posto in
reparto, in tutta Italia ogni anno 2,1 mln di giornate di
degenza devono servire a supplire le carenze di un sistema di
assistenza sociale che scarica sulla sanità le sue carenze. Lo
rivela un'indagine di Fadoi, la società scientifica di medicina
interna, condotta su 98 strutture ospedaliere sparse lungo tutta
Italia.
A livello nazionale, considerando che con la pandemia i ricoveri
sono scesi da 6 a 5 milioni l'anno e che almeno la metà di
questi sono di over 70, considerando poi che ben più del 60% di
questi prolunga mediamente di una settimana il ricovero oltre le
necessità sanitarie, in tutto sarebbero 2,1 milioni le giornate
di degenza in eccesso. Un numero che influisce non poco
nell'intasamento degli ospedali e che considerando il costo
medio di una giornata di degenza, pari a 712 euro secondo i dati
Ocse, fanno in totale 1,5 miliardi l'anno di spesa che si
sarebbero potuti investire in vera assistenza sanitaria.
Il 37,5% degli anziani campani ricoverati resta in ospedale
perché non ci sono strutture sanitarie intermedie nel
territorio, il 25% perché non ha nessun familiare o badante in
grado di assisterli in casa, mentre per il 18,7% non c'è
possibilità di entrare in una Rsa e altrettanti hanno difficoltà
ad attivare l'Adi, l'assistenza domiciliare integrata. In altri
termini un mix tra deficit di assistenza sociale e di mancata
presa in carico da parte di servizi e strutture sanitarie
territoriali.
Una volta dimessi i pazienti ultraottantenni vanno direttamente
a casa, chi riesce attivando l'Adi.
"Negli ultimi anni dimettere il paziente al proprio domicilio è
diventato sempre più difficile. Sia nelle grandi città che nei
piccoli centri, le famiglie sono raramente disponibili,
soprattutto per problemi economici e lavorativi, a prendersi
cura e a farsi carico dell'assistenza ai loro congiunti che, a
volte molto banalmente diventano un peso in una società che
corre e che quasi mai ha l'abitudine di rallentare e di guardare
indietro", commenta la presidente Fadoi Campania, Ada
Maffettone.
"Questo per i medici ospedalieri e soprattutto gli internisti -
prosegue - è diventato un problema e il PNRR sembrerebbe
avviarci a risolverlo, avendo destinato la maggior parte delle
risorse al territorio. Il PNRR dovrebbe essere una occasione per
tutti gli operatori della sanità che probabilmente lavorando,
collaborando, comunicando tra loro potrebbero indirizzare al
meglio i nostri decisori sulle scelte da farsi. Ben venga quindi
il potenziamento dell'assistenza domiciliare e dei presidi sul
territorio, con lo scopo di svuotare gli ospedali da pazienti
che possono essere curati e gestiti meglio integrando i servizi
socio- sanitari. Vanno però rivisti anche gli standard
ospedalieri che devono andare di pari passo con quelli del
territorio".
"Credo - continua - che vada dato il giusto peso a tutte le
professionalità. Certo si parla di Case di comunità, Ospedale di
Comunità ormai da qualche anno ma ancora oggi sono parole e non
credo sia facile partendo dai distretti organizzare a cascata
sul territorio una struttura capace di sostenere l'attuale
situazione e quello che potrebbe essere il futuro. Oltretutto il
territorio e l'ospedale o costruiscono insieme i percorsi o
viceversa resteranno come sempre due entità separate, che non
comunicano. Attualmente inoltre mancano le figure professionali
e non sarà semplice anche nei prossimi anni recuperarle perché i
tempi della loro formazione sono lunghi". (ANSA).
Anziani restano troppo in ospedale per assenza cure alternative
Indagine Fadoi: in Campania sanità territoriale in affanno
