(ANSA) - NAPOLI, 19 AGO - Il "caso Calabria", con l'onda
d'urto delle polemiche seguite alla decisione del governatore
Roberto Occhiuto di contrattualizzare 497 medici cubani per
sopperire alla carenza di camici bianchi, rischia di non restare
isolato, ma di essere presto affiancato da un "caso Campania,
Puglia, Basilicata". A lanciare l'allarme è il presidente
dell'Ordine dei Medici di Napoli, Bruno Zuccarelli, secondo cui
se "si confonde l'autonomia con l'anarchia, rischiamo di perdere
ogni certezza sul diritto costituzionalmente garantito alla
salute".
Un monito che Zuccarelli rivolge ai politici: "se la politica
- avverte - non mette in campo interventi strutturati e
strutturali, oltre ad una programmazione di medio e lungo
termine, molto presto potremmo assistere ad un caso Campania,
Puglia, Basilicata e arrivare al caso Italia". Per Zuccarelli il
tema non riguarda la "nazionalità dello squadrone" di medici
chiamati in Calabria, ma l'affermazione di un principio di
assoluta anarchia nell'esercizio della professione, e dunque la
perdita di garanzie per i cittadini. "Si crea in questo modo -
riflette il presidente dei medici napoletani - un doppio canale
di assistenza, nel quale medici italiani sono soggetti alla
valutazione e alle prescrizioni dettate dagli Ordini, mentre
altri colleghi stranieri no".
Zuccarelli ritiene "un grave errore non sfruttare le
possibilità messe a disposizione dalle normative, che consentono
di rafforzare il sistema attingendo agli specializzandi oltre il
terzo anno che di certo potrebbero riuscire a districarsi
nell'assistenza in tempi ben più rapidi e meglio di colleghi
catapultati in una realtà per loro del tutto aliena, costretti a
superare impervi scogli linguistici e culturali". Pur non
entrando nel merito della decisione assunta dal governatore
Roberto Occhiuto, Zuccarelli ricorda che "abbiamo tante risorse
formate e competenti, sarebbe un grave errore sprecare anni di
formazione immettendo nel sistema sanitario professionisti
stranieri". La colpa di tutto ricade sulla classe dirigente: "In
nessuno dei programmi elettorali presentati sino a qui - rileva
Zuccarelli - si può trovare un piano convincente e concretamente
attuabile di rincaro del sistema sanitario. In realtà non si va
mai oltre qualche accenno alla salute, in forma generica, quasi
come se la pandemia non ci avesse insegnato nulla. Se non si
rende attrattiva la professione non si riuscirà a risolvere il
problema. Con questi presupposti - conclude - non capisco come
il prossimo governo possa dare risposta a questi problemi, e
spero che i cittadini assumano decisioni forti in chiave
elettorale, pretendendo dai propri rappresentati attenzione al
tema». (ANSA).