(ANSA) - NAPOLI, 11 GIU - Sulla base dell'atto di indirizzo
varato dalla Regione Campania per la prevenzione, gestione e
presa in carico del paziente con fratture da fragilità, circa
100 tra specialisti ed esperti del nostro territorio hanno
lavorato per oltre un anno con l'obiettivo di definire
specifiche strategie di intervento per arginare danni e
conseguenze della malattia osteoporotica.
Secondo i dati più recenti, nel nostro Paese sono circa 4milioni
(circa 28 milioni in Europa) le persone con osteoporosi che
nella fascia d'età tra i 50 e gli 84 anni colpisce circa il 21%
delle donne e il 6% degli uomini, e tra gli over 84 praticamente
la metà della popolazione femminile. In estrema sintesi, in
Italia, dopo i 50 anni circa la metà delle donne e circa un
quarto degli uomini rischiano di subire una frattura. Numeri
enormi, in aumento progressivo in ragione dell'invecchiamento
della popolazione e anche di abitudini errate quali fumo,
sottopeso, cattivo regime alimentare, come ricorda l'astronauta
Samantha Cristoforetti in uno spot realizzato in collaborazione
da Iof- Fondazione internazionale osteoporosi e Esa- Agenzia
spaziale europea.
"L'osteoporosi - spiegano gli esperti - è caratterizzata da una
riduzione della densità minerale ossea che espone a rischio di
frattura anche per un semplice urto. Si tratta di una malattia
molto subdola, perché fino alla frattura non presenta alcun
sintomo, che determina disabilità, perdita di autonomia, fin
troppo spesso, la morte del paziente per le complicanze". Per
questo in ambito clinico l'osteoporosi viene definita "epidemia
silenziosa", che ha esiti devastanti sia in termini di salute
sia, anche, di ricadute economiche sulle famiglie prima ancora
che sul Servizio Sanitario: basti pensare alle fratture femorali
che portano alla morte circa 1 paziente su 3 nel giro di un
anno, mentre quelli che sopravvivono in quasi il 40% dei casi
necessitano di assistenza per la mobilità. "Per quanto in larga
misura prevedibile, sulla base di una serie di fattori e
situazioni ben note ai clinici - dicono gli esperti che hanno
lavorato al progetto - l'osteoporosi ancora oggi viene
diagnosticata con notevole ritardo e non registra un'adeguata
gestione, sia perché le troppe competenze specialistiche
convergenti non dispongono di canali per il dialogo, sia per
l'assenza di precise linee guida". Basandosi quindi sul lavoro
fatto dalla Regione Campania con l'Atto di indirizzo per le
Fratture da fragilità e partendo dalla positiva esperienza del
programma OSTEONET realizzato poco prima della pandemia
dall'Azienda ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli,
gli esperti delle diverse discipline (ortopedici, ma anche
endocrinologi, ginecologi, geriatri, cardiologi, nefrologi,
fisiatri etc.) con il supporto redazionale della Saniprogest,
società napoletana di consulenza tecnica e manageriale in ambito
sanitario, hanno stilato un documento condiviso che punta a
fornire una risposta efficace ed efficiente all'esigenza di
salvaguardare la salute e la qualità della vita dei pazienti
affetti da osteoporosi e delle loro famiglie ed anche per
razionalizzare le risorse complessive del sistema sanitario
campano.
Monitoraggio epidemiologico, stretto coordinamento tra i diversi
attori coinvolti nella gestione del paziente e con la medicina
territoriale, implementazione di Centri di riferimento
territoriali e precise linee guida per intercettare i pazienti a
rischio ed avviarli al miglior percorso di prevenzione e
terapia, sono i punti principali del documento che, nel corso di
un incontro in programma all'Auditorium della regione Campania
(Isola C3, Centro Direzionale) martedì prossimo, 14 giugno, a
partire dalle ore 9.30, sarà messo a disposizione di operatori
sanitari e referenti istituzionali con l'auspicio che la regione
si doti di un PDTA- percorso diagnostico terapeutico dedicato.
All'incontro, con i responsabili della Regione Campania,
interverranno i massimi esperti delle diverse discipline
coinvolti nella gestione dei pazienti con osteoporosi. (ANSA).