(ANSA) - NAPOLI, 25 SET - Dal 3 al 6 ottobre torna, sul
lungomare di Napoli, BaccalàRe, manifestazione gastronomica che,
nelle intenzioni degli organizzatori, è anche una scommessa:
rendere accessibile l'alta cucina con prodotti di pregio.
Portare gli chef stellati su via Caracciolo e,
contemporaneamente, valorizzare un alimento napoletano di
adozione: il baccalà. Un modo, dicono, "per garantire un tributo
a quel pesce proveniente dai mari del Nord Europa che ha salvato
le cucine napoletane in tempi di magra, grazie al tradizionale
metodo di conservazione che è la salagione".
Eppure riconoscere il baccalà autentico è difficile. "Ed è
proprio per tutelare i consumatori, per fare in modo che non
inciampino in trappole commerciali che abbiamo pensato a questo
evento" spiega Vincenzo Varriale, organizzatore di BaccalàRe.
"Negli anni, considerando infatti che Napoli e la Campania
rappresentano un importante mercato di sbocco del baccalà, è
accaduto che alcune aziende esportatrici abbiano pensato di
abbreviare le cose, che abbiano iniettato soluzioni di acqua
salata nella carne dei merluzzi, snaturando così i processi
tradizionali che rendono il merluzzo Gadus tanto nobile. Ebbene
queste tecniche riescono a far apparire il baccalà comunque
bello, spesso e a regalargli un colore bianco candido così da
ingannare anche un occhio esperto. Una volta cucinato, però, al
palato si rivela del tutto inadeguato e dissimile
dall'originale. Un fenomeno che, negli anni, ha assunto
dimensioni tanto vaste da chiederci quanti conoscano il vero
baccalà, quanti riescano a distinguere, anche nel gusto, un
prodotto figlio di antiche tradizioni come la stagionatura e la
salatura da comuni merluzzi scongelati".
E il primo obiettivo di BaccalàRe è fare in modo che quanti
più napoletani possibile provino il vero baccalà, per essere poi
in grado di fare i paragoni con quello che portano a casa
propria. "Vale la pena ricordare - aggiunge Varriale - che un
buon metodo per distinguere il vero dal falso è il prezzo: il
Gadus Morhua proveniente dall'Oceano Atlantico, zona FAO 27,
prodotto nel Nord della Norvegia (Isole Lofote) costa intorno ai
50 euro al chilo. Niente di comparabile con ciò che troviamo nei
comuni banchi di vendita".
Per la prima volta insieme sul lungomare 11 chef stelle
Michelin.