In Campania si stima una prevalenza
annuale della candidosi invasiva di circa il 2%, un
datosottostimatosecondo gli infettivologi che hanno registrato
durante il periodo pandemico un incremento progressivo delle
infezioni fungine con resistenza ad alcuni farmaciutilizzati
precedentemente. Il costo per curare un paziente affetto da
candidosi invasiva va dai 40 ai 50mila euro; secondo i clinici
un'accurata gestione delle terapie e la raccolta puntuale e
sistematica dei dati epidemiologici e di monitoraggio può
contribuire ad abbassare i costi della malattia. Oggi si
presentano nuove opportunità di cura, tra cui il Rezafungina,
farmaco che può essere somministrato una volta a settimana,
invece che ogni giorno come accade per le terapie "tradizionali"
consentendo un risparmio dei costi diretti e indiretti, dei
giorni di degenza in ospedale e di vite umane.
Se n'è parlato a Napoli, alla Winter School 2024 organizzata da
Motore Sanità con il contributo incondizionato di Mundipharma.
L'incontro ha posto le basi per creare un network tra
infettivologi, microbiologi, medici di famiglia, società
scientifiche e decisori regionali della spesa che garantisca
accesso alle nuove terapie e faccia emergere il sommerso. A
questo si aggiunge la volontà di istituire un Building
Information Modeling(BIM) che esprima i costi diretti e
indiretti della patologia.
La candidosi invasiva è una malattia severa sottostimata e
sottovalutata causata dai funghi del genere candida. Colpisce
soprattutto persone immunodepresse per malattie ematologiche,
Aids, tumori solidi, ma anche individui precedentemente sani
sottoposti ad interventi di chirurgia addominale, oppure coloro
che necessitano di farmaci o nutrizione attraverso una vena
centrale soggetta a infezioni. La fascia di età più colpita è
quindi quella oltre i 65 anni, dove l'invecchiamento del sistema
immunitario e la maggiore incidenza di patologie a rischio sono
maggiormente presenti. In Campania la Regione ha di recente
emanato Linee di indirizzo per l'attuazione dei programmi di
Antimicrobial Stewardship e per l'implementazione dei protocolli
di terapia antibiotica e antifungine rivolte alle Asl e ospedali
nell'ambito del Piano nazionale di contrasto
dell'antimicrobicoresistenza (2022-2025).
Secondo Vincenzo Giordano, dirigente regionale dell'unità
Prevenzione e igiene sanitaria "le misure di prevenzione e
controllo delle infezioni costituiscono la base per la
prevenzione della trasmissione di qualsiasi agente patogeno e
dunque anche le infezioni da funghi in contesti sanitari".
"Purtroppo le infezioni da funghi ricevono poca attenzione e
l'investimento di scarse risorse- spiega - sono, infatti, esigui
i dati di qualità sull'epidemiologia e sui modelli di resistenza
antimicotica; questo rende difficile stimare il loro carico
esatto e non favorisce una risposta efficace". Rafforzare la
capacità e la sorveglianza del laboratorio; sostenere gli
investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione; potenziare gli
interventi di salute pubblica per la prevenzione e il controllo
delle infezioni micotiche attraverso un approccio One Healthle
leve sui cui agire come spiega Ivan Gentile, professore
Ordinario di Malattie Infettive presso il policlinico Federico
II "Il Rezafungina è un farmaco antifungino derivato
dell'anidulafungina a lunga emivita, che ha il vantaggio della
somministrazione endovenosa settimanale. Questo consente di
unire l'efficacia delle echinocandine sulle candidasi invasive,
il superamento di molte resistenze agli antifungini orali, con
la possibilità di somministrazione al di fuori del regime di
ricovero ordinario, riducendo la durata di degenza e le
complicanze legate all'ospedalizzazione. Nella unità operativa
che dirigo alla AOU Federico II, siamo stati tra i primi ad
utilizzare queste nuove cure tramite l'uso compassionevole per
gestire due casi molto complessi con opzioni terapeutiche
limitate e necessità di terapia prolungata oltre le 4
settimane".
"Il nostro team combatte ogni giorno con queste infezioni e la
farmacia è a supporto del clinico sotto vari aspetti - ha
sottolineato Gaspare Guglielmi, direttore della Farmacia
ospedaliera del Cardarelli di Napoli - e il Rezafungina dal
punto di vista della farmacocinetica quindi della posologia e
modalià di somministrazione è molto più innovativa rispetto alle
altre terapie e potrebbe rappresentare un'ulteriore arma per
combattere queste infezioni ed essere utile dal punto di vista
della gestione infermieristica e della compliance del paziente".
Luigi Sparano, segretario provinciale FIMMG di Napoli ha infine
illustrato il ruolo di "sentinella epidemiologica" della
medicina generale, fondamentale per fare emergere il sommerso
nelle situazioni a maggiore impatto di rischio. Infine
Alessandro Perrella, Direttore dell'unità complessa di Malattie
infettive emergenti ad alta contagiosità del Cotugno ha
ricordato che "La Regione Campania sta potenziando enormemente
la copertura del territorio per quanto riguarda la raccolta dei
dati, perché disporre di un dato aggiornato e completo è
sicuramente il primo strumento per ottenere una foto della
situazione, utile per intervenire e per decidere le iniziative
da intraprendere.
Stiamo raccogliendo i dati dal 2018 al 2023 - ha concluso,
grazie ad una rete capillare di tutti i laboratori di
microbiologia regionali che convergono su un data base
informatizzato, che a sua volta converge sulla piattaforma
Sinfonia e ci fornisce lo scenario attuale utilissimo per
programmare gli approcci terapeutici". La raccolta dati e il
confronto multidisciplinare su esami microbiologici sono anche
la base per future strategie basate su Intelligenza artificiale
e con algoritmi di machine learning, come già sperimentato in
Regione Campania durante il Covid.
Sottolineando che da dieci anni non escono molecole in questo
campo, Antonio Lalli, Consigliere Regionlae Sifo - Società
italiana di Farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici
delle aziende sanitarie ha spiegato che "è importante
collaborare in network con le altre Società
scientifiche.L'obiettivoè creare un percorso che permetta di
avere un'idea attuale di questo tipo di patologia, ma
soprattutto di individuare percorsi di accesso ai nuovi farmaci
per migliorare la qualità di vita dei pazienti".
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