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Candidosi invasiva, in Campania poste basi per creare un network

Candidosi invasiva, in Campania poste basi per creare un network

Tra infettivologi, farmacisti, società scientifiche e medici

NAPOLI, 20 marzo 2024, 14:39

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

In Campania si stima una prevalenza annuale della candidosi invasiva di circa il 2%, un datosottostimatosecondo gli infettivologi che hanno registrato durante il periodo pandemico un incremento progressivo delle infezioni fungine con resistenza ad alcuni farmaciutilizzati precedentemente. Il costo per curare un paziente affetto da candidosi invasiva va dai 40 ai 50mila euro; secondo i clinici un'accurata gestione delle terapie e la raccolta puntuale e sistematica dei dati epidemiologici e di monitoraggio può contribuire ad abbassare i costi della malattia. Oggi si presentano nuove opportunità di cura, tra cui il Rezafungina, farmaco che può essere somministrato una volta a settimana, invece che ogni giorno come accade per le terapie "tradizionali" consentendo un risparmio dei costi diretti e indiretti, dei giorni di degenza in ospedale e di vite umane.
    Se n'è parlato a Napoli, alla Winter School 2024 organizzata da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Mundipharma.
    L'incontro ha posto le basi per creare un network tra infettivologi, microbiologi, medici di famiglia, società scientifiche e decisori regionali della spesa che garantisca accesso alle nuove terapie e faccia emergere il sommerso. A questo si aggiunge la volontà di istituire un Building Information Modeling(BIM) che esprima i costi diretti e indiretti della patologia.
    La candidosi invasiva è una malattia severa sottostimata e sottovalutata causata dai funghi del genere candida. Colpisce soprattutto persone immunodepresse per malattie ematologiche, Aids, tumori solidi, ma anche individui precedentemente sani sottoposti ad interventi di chirurgia addominale, oppure coloro che necessitano di farmaci o nutrizione attraverso una vena centrale soggetta a infezioni. La fascia di età più colpita è quindi quella oltre i 65 anni, dove l'invecchiamento del sistema immunitario e la maggiore incidenza di patologie a rischio sono maggiormente presenti. In Campania la Regione ha di recente emanato Linee di indirizzo per l'attuazione dei programmi di Antimicrobial Stewardship e per l'implementazione dei protocolli di terapia antibiotica e antifungine rivolte alle Asl e ospedali nell'ambito del Piano nazionale di contrasto dell'antimicrobicoresistenza (2022-2025).
    Secondo Vincenzo Giordano, dirigente regionale dell'unità Prevenzione e igiene sanitaria "le misure di prevenzione e controllo delle infezioni costituiscono la base per la prevenzione della trasmissione di qualsiasi agente patogeno e dunque anche le infezioni da funghi in contesti sanitari".
    "Purtroppo le infezioni da funghi ricevono poca attenzione e l'investimento di scarse risorse- spiega - sono, infatti, esigui i dati di qualità sull'epidemiologia e sui modelli di resistenza antimicotica; questo rende difficile stimare il loro carico esatto e non favorisce una risposta efficace". Rafforzare la capacità e la sorveglianza del laboratorio; sostenere gli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione; potenziare gli interventi di salute pubblica per la prevenzione e il controllo delle infezioni micotiche attraverso un approccio One Healthle leve sui cui agire come spiega Ivan Gentile, professore Ordinario di Malattie Infettive presso il policlinico Federico II "Il Rezafungina è un farmaco antifungino derivato dell'anidulafungina a lunga emivita, che ha il vantaggio della somministrazione endovenosa settimanale. Questo consente di unire l'efficacia delle echinocandine sulle candidasi invasive, il superamento di molte resistenze agli antifungini orali, con la possibilità di somministrazione al di fuori del regime di ricovero ordinario, riducendo la durata di degenza e le complicanze legate all'ospedalizzazione. Nella unità operativa che dirigo alla AOU Federico II, siamo stati tra i primi ad utilizzare queste nuove cure tramite l'uso compassionevole per gestire due casi molto complessi con opzioni terapeutiche limitate e necessità di terapia prolungata oltre le 4 settimane".
    "Il nostro team combatte ogni giorno con queste infezioni e la farmacia è a supporto del clinico sotto vari aspetti - ha sottolineato Gaspare Guglielmi, direttore della Farmacia ospedaliera del Cardarelli di Napoli - e il Rezafungina dal punto di vista della farmacocinetica quindi della posologia e modalià di somministrazione è molto più innovativa rispetto alle altre terapie e potrebbe rappresentare un'ulteriore arma per combattere queste infezioni ed essere utile dal punto di vista della gestione infermieristica e della compliance del paziente".
    Luigi Sparano, segretario provinciale FIMMG di Napoli ha infine illustrato il ruolo di "sentinella epidemiologica" della medicina generale, fondamentale per fare emergere il sommerso nelle situazioni a maggiore impatto di rischio. Infine Alessandro Perrella, Direttore dell'unità complessa di Malattie infettive emergenti ad alta contagiosità del Cotugno ha ricordato che "La Regione Campania sta potenziando enormemente la copertura del territorio per quanto riguarda la raccolta dei dati, perché disporre di un dato aggiornato e completo è sicuramente il primo strumento per ottenere una foto della situazione, utile per intervenire e per decidere le iniziative da intraprendere.
    Stiamo raccogliendo i dati dal 2018 al 2023 - ha concluso, grazie ad una rete capillare di tutti i laboratori di microbiologia regionali che convergono su un data base informatizzato, che a sua volta converge sulla piattaforma Sinfonia e ci fornisce lo scenario attuale utilissimo per programmare gli approcci terapeutici". La raccolta dati e il confronto multidisciplinare su esami microbiologici sono anche la base per future strategie basate su Intelligenza artificiale e con algoritmi di machine learning, come già sperimentato in Regione Campania durante il Covid.
    Sottolineando che da dieci anni non escono molecole in questo campo, Antonio Lalli, Consigliere Regionlae Sifo - Società italiana di Farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie ha spiegato che "è importante collaborare in network con le altre Società scientifiche.L'obiettivoè creare un percorso che permetta di avere un'idea attuale di questo tipo di patologia, ma soprattutto di individuare percorsi di accesso ai nuovi farmaci per migliorare la qualità di vita dei pazienti".
   

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