Siti Internazionali
Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.
Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.
In evidenza
In evidenza
Temi caldi
In collaborazione con #Giffoni54
Come conciliare il
cattolicesimo e il mondo queer della comunità Lgbt? Al Giffoni
Film Festival il cardinale Matteo Maria Zuppi, vescovo di
Bologna e presidente della Comunità Episcopale Italiana, non si
tira indietro e risponde alle domande sui temi più rilevanti per
i ragazzi. "Con tanta insistenza a Lisbona per la Giornata
Mondiale della Gioventù - dice - papa Francesco ha dichiarato e
ha sottolineato che nella Chiesa ci devono stare tutti. Tutti, a
prescindere da qualunque consonante o vocale. Questo è
importantissimo: dobbiamo imparare a stare insieme, a
prescindere da qualunque etichetta o definizione e lo impariamo
stando dentro e non fuori". "E poi, bisogna capire cosa
significa 'queer' a mio parere. A me lo spiegò - ricorda - una
persona il cui nome era Michela ed il cognome era Murgia. Mi
raccontava dei figli che aveva, con cui non aveva un legame di
sangue. Si sposò con un uomo perché gli voleva bene e perché
potesse continuare ad aver quel legame con questi figli. Credo
che questo dovremmo impararlo tutti, che può esistere un legame
senza che necessariamente ci sia un risvolto giuridico. Il punto
è volersi bene".
È sul senso di comunità, sulla capacità di stare insieme e
sulle difficoltà di metterle in pratica nel mondo di oggi, che
Zuppi centra il suo incontro con i ragazzi del Festival di
Giffoni. "C'è bisogno di credere? No. C'è tanta gente che dà
forme di altruismo e attenzione al prossimo, forme di
generosità, senza credere - ma aggiunge anche -. Aiuta credere?
S^. Ti aiuta a non usare gli altri, a volergli bene per davvero,
ma le religioni non hanno l'esclusiva del voler bene". E
afferma: "L'individualismo è una malattia pericolosissima, che
ci fa vivere da isole. Noi non siamo fatti per essere isole, non
ci fa essere contenti. Noi siamo contenti quando vogliamo bene".
In collaborazione con #Giffoni54
Ultima ora