Il boom delle domande di nulla osta
al lavoro per extracomunitari arrivato dalla Campania ha acceso
i riflettori degli inquirenti e aperto la strada all'indagine
che ha portato all'arresto, ai domiciliari, di 36 persone in
Campania. Tra i destinatari dei provvedimenti dell'inchiesta
della Direzione distrettuale antimafia anche il commercialista
Nicola Salvati (coinvolto pure il padre Giuseppe), tesoriere del
Pd della Campania che è stato sospeso dalla carica dal
commissario regionale del partito Antonio Misiani.
Nicola Salvati ed il padre, secondo quanto si legge tra le
300 pagine firmate dai gip di Salerno, Giovanni Rossi, nella
loro veste di titolari di uno studio di commercialisti avrebbero
avuto il compito di "formare o aggiustare la falsa
documentazione necessaria per la presentazione e/o il buon esito
delle istanze o comunque di fornire indicazioni al fine di farla
'correggere' ai datori di lavoro direttamente interessati,
nonchè di predisporre false fatture". Un espediente, secondo gli
inquirenti, "strumentale all'artificioso aumento del volume
d'affari propedeutico alla presentazione e finalizzazione delle
istanze relative ai decreti flussi ed emersione, nonchè
dell'autoriciclaggio delle somme di provenienza illecita".
Le conversazioni intercettate fornirebbero il riscontro al
"coinvolgimento stabile, duraturo e reiterato" dei Salvati nella
vicenda.
Dall'inchiesta - nella quale risultano coinvolti anche
pubblici ufficiali degli Ispettorati territoriali del lavoro -
risulta che sono circa 2000 gli extracomunitari che avrebbero
ottenuto la documentazione per soggiornare in Italia a fronte
del pagamento di cifre fino a 7000 euro che ogni lavoratore
pagava per ciascuna pratica.
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