L'ex sindaco di Avellino,
Gianluca Festa, torna in libertà dopo 154 giorni trascorsi agli
arresti domiciliari in quanto indagato per una serie di reati
dalla Procura di Avellino che ipotizza nei suoi confronti
l'associazione a delinquere, depistaggio e corruzione.
La sesta sezione penale della Corte di Cassazione ha disposto
l'annullamento, senza rinvio dell'ordinanza emessa l'8 luglio
dal gip del Tribunale di Avellino che, su richiesta della
Procura guidata da Domenico Airoma, aveva rinnovato gli arresti
domiciliari per l'ex sindaco, successiva a quella del 18 aprile
scorso, per presunte dazioni di denaro ricevute da tre
imprenditori, indagati a piede libero, in rapporti di lavoro con
il Comune.
La Suprema corte ha disposto la immediata scarcerazione di
Festa accogliendo così le richieste che la difesa, "per saltum",
aveva presentato attraverso i difensori, Luigi Petrillo e Dario
Vannetiello.
In un post sul suo profilo facebook, Festa ha scritto,
rivolto ai cittadini di Avellino: "Da oggi torno insieme a voi".
Si attendono adesso le motivazioni della sentenza emessa dai
giudici della Suprema corte che, come auspica la difesa dell'ex
sindaco, potrebbero di fatto azzerare l'intero impianto
accusatorio contenuto nell'inchiesta denominata "Dolce Vita".
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