Chi si impegna e ama,
chi in contesti difficili dà la sua vita, compie il gesto più
rivoluzionario della storia. Così il vescovo di Acerra,
monsignor Antonio Di Donna, nell'omelia nella Basilica di Santa
Maria a Pugliano a Ercolano (Napoli) che all'alba ha concluso la
novena della Madonna Assunta, patrona della città degli Scavi.
La riflessione è stata offerta dall'anniversario dell'uccisione
di padre Massimiliano Kolbe, poi proclamato santo, che il 14
agosto 1941 offrì la sua vita al posto di quella di un
prigioniero, padre di famiglia, condannato a morte nel campo di
concentramento di Auschwitz. "Di fronte all'apatia,
all'indifferenza culturale e a quella dell'impegno comune, c'è
questo gesto rivoluzionario della storia: dare la vita. E'
l'unica riserva che ci è rimasta di fronte ai tanti guai che
viviamo a livello internazionale e locale" ha spiegato mons. Di
Donna, originario di Ercolano, in una Basilica affollata di
fedeli (in prima fila il sindaco Ciro Buonajuto con
amministratori).
Il discorso ha toccato i temi della democrazia, dell'emergenza
giovanile e della salvaguardia dell'ambiente. Ad Ercolano la
festa religiosa è legata a quella civile: il 14 agosto 1699 la
popolazione si riscattò dal dominio baronale dei feudatari "E in
questa occasione, ancora una volta diciamo no all'indifferenza,
sì al bene comune. Diciamo no a una democrazia malata in tutte
le sue forme e diciamo sì alla partecipazione". Una
partecipazione che deve vedere tutti coinvolti e chiamati a
riflettere sulle emergenze giovanili. "Il senso di comunità deve
essere più vivo e questo non dipende dalle forze dell'ordine,
neanche da un sindaco. Ma da una cultura, da una mentalità. E
voglio rivolgermi sopratutto ai sacerdoti, ai parroci che devono
fare la loro parte come soggetto anche sociale di educazione
civica".
Una panoramica sulle eccellenze della città: Scavi, Ville
vesuviane e Vesuvio. E anche alla città vecchia di Resina col
mercato del vintage, degli abiti usati famosi nel mondo. E
proprio il prodotto usato e destinato allo scarto "è una valida
alternativa alla moda veloce che dilaga e produce inquinamento
ambientale in grandi discariche di vestiti non più usati, oltre
che sfruttamento di manodopera nei paesi poveri".
L' immagine della Madonna di Pugliano - ha sottolineato Di Donna
rivolgendo lo sguardo al di sopra dell'altare - è quello di una
madre che allatta il figlio, il cui termine ha cinque
declinazioni: Maria madre del Signore e nostra, la chiesa, le
nostre madri, la madrepatria ovvero "il nostro Paese che una
legge disastrosa sta cercando di spaccare, di dividere in due
con la cosiddetta autonomia differenziata" e infine, la madre
terra che "ci alimenta, ci nutre e ci sostiene". In chiusura, un
monito: "Non permettete l'inquinamento della terra di Ercolano,
del Vesuvio e del suo mare, dei suoi prodotti: la terra ci nutre
e noi dobbiamo custodirla perché è nostra madre". (ANSA)
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