Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Campania
  1. ANSA.it
  2. Campania
  3. Voto di scambio e clan: 18 misure della Dia nel Napoletano

Voto di scambio e clan: 18 misure della Dia nel Napoletano

Notificate anche a sindaco, presidente Consiglio e consiglieri

Quando si arriva a Melito, comune di 40mila abitanti della provincia di Napoli, non si può non notare una frase che ora sa di beffa: "Benvenuti a Melito di Napoli, città nemica della camorra e amica delle donne". E, invece, per decenni lì la democrazia sarebbe rimasta sospesa proprio su ordine dei clan. Secondo l'indagine della Dia e della Dda di Napoli che oggi ha portato in carcere anche il sindaco, la vita politica (e non solo quella) era sotto il giogo del clan Amato Pagano. Le forze dell'ordine hanno notificato 16 arresti in carcere e due ai domiciliari ad amministratori pubblici, imprenditori e presunti appartenenti alla camorra. Tutti sono accusati, a vario titolo, di scambio elettorale politico mafioso, attentati ai diritti politici del cittadino, associazione di tipo mafioso, corruzione, concorso esterno in associazione mafiosa, tentata estorsione. In carcere sono finiti, tra gli altri, il sindaco Luciano Mottola, 38 anni, eletto nel 2021 alla guida di una coalizione di centrodestra, il presidente del Consiglio comunale Rocco Marrone, 38 anni, di "Melito Più" e il consigliere di FdI Antonio Cuozzo, 25 anni. Il gip Isabella Iaselli ha invece disposto i domiciliari per il consigliere comunale Massimiliano Grande, 50 anni, capogruppo di "Davvero Ecologia & Diritti". Proprio Grande, in una intercettazione che ha per oggetto le votazioni per la città metropolitana di Napoli del 13 marzo del 2022, dice: mi hanno offerto duemila euro... io personalmente prima di dire sì ... ho detto faccio un passaggio da Emilio...". Dove Emilio è Emilio Rostan, imprenditore arrestato e padre dell'ex deputata Michela (estranea all'inchiesta) il quale, secondo i pm antimafia Giuliano Caputo e Lucio Giugliano, avrebbe intrattenuto rapporti con il clan per determinare l'elezione di Mottola alle amministrative del 3 e 4 ottobre 2021 e avrebbe anche dato al consigliere Grande i duemila euro citati nell'intercettazione per indurlo a votare la Lista "Grande Napoli" all'elezione dei consiglieri della Città Metropolitana di Napoli del 13 marzo 2022. Per la Dda gli esponenti della coalizione che sosteneva Mottola avrebbero accettato la promessa del capozona degli Amato Pagano (Vincenzo Nappi, attirato in una trappola e ucciso in un ristorante, tra i clienti, lo scorso 23 gennaio) di procurare voti per il ballottaggio: preferenze estorte con pressioni e intimidazioni, in cambio di danaro e anche con la promessa di posti di lavoro. L'inchiesta è partita nel 2020, in piena pandemia, dopo la denuncia dell'ex sindaco Antonio Amente, poi deceduto in ospedale proprio a causa del Covid. Ma - è stato scoperto - le denunce erano spesso strumentali. L'indagine ha evidenziato che se il clan non otteneva il proprio tornaconto obbligava i consiglieri a dimettersi facendo così cadere la giunta. E poi, quando si tornava alle urne, muoveva le sue leve, fornendo sostegno elettorale a chi prometteva di ricambiare con appalti e altri benefit. Ovviamente chi si metteva contro la pagava. E' successo a una candidata, costretta, con le cattive (la minaccia di cacciarla via di casa e di chiuderle il negozio), a fare campagna elettorale addirittura per un suo rivale gradito alla camorra. Per il deputato e membro della segreteria nazionale del Pd Marco Sarracino, "servono provvedimenti straordinari, per spezzare legami tra camorra e malapolitica". Il deputato M5S Federico Cafiero de Raho, ex procuratore nazionale antimafia, ha chiesto "una commissione prefettizia che faccia luce sulle irregolarità commesse".

      RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

      Video ANSA



      301 Moved Permanently

      301 Moved Permanently


      nginx
      Vai alla rubrica: Pianeta Camere


      Modifica consenso Cookie