(ANSA) - CASERTA, 22 MAR - "La visita di Sergio Mattarella
poteva essere l'occasione per parlare delle vittime innocenti
della criminalità che lo Stato non ha ancora riconosciuto. Ed
invece un'altra occasione è stata sprecata. Eppure mio fratello
non è una vittima di serie B". Arturo Della Corte è il fratello
di Adriano, ucciso per errore nel 1998 mentre era in auto sulla
statale Domiziana a Castel Volturno (Caserta) perché scambiato
per il vero bersaglio dei killer del clan dei Casalesi, che era
il nipote del fondatore del clan Antonio Bardellino; con Della
Corte c'era anche il nipote di Don Peppe Diana, che rimase
ferito.
Arturo Della Corte, che in passato ha fatto uno sciopero
della fame davanti al ministero dell'Interno, avrebbe voluto
essere presente all'istituto tecnico Carli di Casal di Principe,
dove Mattarella ha parlato pubblicamente e dove erano presenti
anche i familiari di cinque vittime innocenti della camorra,
tutte però riconosciute come tali dallo Stato, ovvero le
medaglie d'oro al valor civile Domenico Noviello, Federico Del
Prete, Salvatore Nuvoletta, e i familiari di Antonio Di Bona e
Antonio Petito.
Come Della Corte, anche i parenti di altre tre vittime non
riconosciute, ovvero Genovese Pagliuca (ucciso nel 1995 per
difendere la fidanzata di cui si era invaghita l'amante del boss
dei Casalesi Francesco Bidognetti), Pasquale Pagano e Paolo
Coviello (entrambi uccisi per errore nel 1992), manifestano
rammarico per "essere stati esclusi", dice Rossana Pagano,
figlia di Pasquale. Dalla prefettura di Caserta fanno sapere che
sono state rappresentate le vittime che hanno concluso un
percorso di rionoscimento nel quadro della normativa attuale, e
che non c'è stato alcun intento discriminatorio, ma c'era
inoltre un protocollo rigido da seguire. "Siamo dovuti andare a
Milano per commemorare i nostri morti - sottolinea la Pagano -
mentre avremmo voluto farlo nella nostra Casal di Principe,
insieme ai familiari di don Peppe Diana". (ANSA).