(ANSA) - NAPOLI, 03 MAR - C'è chi l'ha incontrata appena
pochi giorni fa in treno senza che lasciasse trasparire sulle
sue condizioni. Il sorriso sul volto, sempre gentile con i suoi
interlocutori, apparentemente del tutto serena. Oggi la tragica
notizia che ha scosso tutti a Napoli: Gabriella Fabbrocini, 58
anni, docente di Dermatologia all'Università di Napoli Federico
II, è morta. Aveva uno di quei tumori per i quali si usa la
definizione di male incurabile ma lei aveva continuato a
lavorare fino alla fine, tenendo per sè il segreto della
malattia.
In queste ore in cui prevale la commozione, mentre si
moltiplicano gli attestati di cordoglio, emerge un tratto
caratterizzante della vita e dell'umanità di Fabbrocini. Sempre
attenta agli ultimi. Che aveva addirittura voluto l'apertura,
presso la Clinica dermatologica dell'Università, di un
ambulatorio per migranti, anche per quelli senza permessi di
soggiorno.
Nei giorni in cui si cavilla se i migranti di Crotone
potevano essere salvati e chi doveva farlo, sono inequivocabili
le parole della Fabbrocini in occasione della presentazione
dell'iniziativa. "Il diritto alla vita ed alla salute è
imprescindibile e deve essere garantito indipendentemente dal
colore della pelle e dallo status delle persone, siano residenti
o migranti, turisti o rifugiati politici".
L'impegno suo e della sua squadra di collaboratori era
quello di "costruire una forte rete di solidarietà, coinvolgendo
tutte le professionalità necessarie a superare le barriere
linguistiche, culturali, burocratiche per costruire un ponte
della solidarietà nella salute pubblica".
E, a scanso di equivoci, il suo monito: "il paziente
straniero non è infettivo, sono le condizioni in cui arriva o in
cui è costretto a vivere che lo fanno ammalare". (ANSA).