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Jabil: appello Vescovo di Caserta,salviamo i posti di lavoro

Pietro Lagnese a ministri e parlamentari: Governo intervenga

(ANSA) - CASERTA, 13 GEN - "Salviamo i lavoratori della Jabil". E' l'appello lettera aperta del Vescovo di Caserta, monsignor Pietro Lagnese, ai ministri del Lavoro e delle Imprese e del Made in Italy e ai parlamentari casertani; la Jabil, multinazionale Usa, ha annunciato 190 licenziamenti al sito di Marcianise (Caserta). "Cortesi Ministri, onorevoli parlamentari, senatori e deputati eletti nei collegi casertani, mi rivolgo a voi con spirito umile e rispettoso - scrive Lagnese - per segnalarvi quanto già evidenziato nel mio Discorso alla Città in occasione del Te Deum di fine anno. Ho incontrato una rappresentanza dei lavoratori della Jabil di Marcianise i quali mi hanno rappresentato la drammaticità della loro situazione: il 31 gennaio prossimo per 190 dipendenti - cioè per circa il 50% della forza lavoro della fabbrica - arriverà il licenziamento per problemi legati alla sostenibilità economica del locale stabilimento industriale, unico esistente in Italia facente parte della multinazionale Jabil, che conta nel mondo 260.000 dipendenti dislocati nelle 100 sedi presenti in 30 Paesi". "Come Vescovo - prosegue - non intendo sostituirmi alle istituzioni preposte ma nello stesso tempo non posso non farmi uno con la vita, la storia, le tristezze e le angosce delle donne e degli uomini affidati alle mie cure pastorali. Ritengo sia necessario un intervento governativo. Mi è stato riferito che i lavoratori, attraverso le rappresentanze sindacali locali e nazionali, unitamente alle istituzioni regionali, hanno richiesto l'apertura di un tavolo urgente con la presenza del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e del Ministero Lavoro e delle Politiche Sociali, perché venga esaminata la loro posizione". La lettera termina con un appello affinché "si trovino strade percorribili che possano allontanare lo spettro dei licenziamenti. Mi appello alla vostra sensibilità istituzionale e al senso di carità sociale perché, nello spirito di quanto ci ricorda il Santo Padre che 'il lavoro è unzione di dignità!', nulla resti intentato". (ANSA).
   

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