Presidio all'esterno del palazzo
della giunta regionale della Campania domani alle 11,30 da parte
dei lavoratori del sito Jabil di Marcianise (Caserta), impegnati
in una vertenza con i vertici aziendali che dura dal 2019 e che
recentemente, il 23 settembre scorso, ha ripreso vigore con la
decisione della multinazionale americana di dichiarare altri 190
esuberi. Nel 2019 erano 700 i dipendenti della Jabil di
Marcianise, da allora ne sono andati via oltre 250 - licenziati
e poi ricollocati a spese della stessa Jabil in altre aziende
con siti nel Casertano - ed oggi l'organico è di 440 unità, ma
la multinazionale Usa, con i 190 licenziamenti dichiarati, vuole
arrivare ad una forza lavoro di 250 addetti.
Per domani i sindacati hanno previsto, contestualmente al
presidio all'esterno del palazzo della giunta regionale al
centro direzionale di Napoli, anche tre ore di sciopero dei
lavoratori. L'azione di protesta viene realizzata in vista
dell'importante riunione che si terrà il 17 ottobre prossimo
alla sede di Confindustria Caserta, dove si incontreranno i
sindacati e i vertici Jabil per proseguire il tavolo di
confronto previsto dalle norme sui licenziamenti collettivi; il
primo incontro del 29 settembre scorso non ha dato esito
positivo, visto che ma la multinazionale dell'elettronica ha
ribadito la volontà di ricorrere ai 190 licenziamenti.
Intanto in una nota le segreterie casertane delle sigle dei
metalmeccanici Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm e Failms esprimono "il
totale dissenso rispetto alla procedura di licenziamento
collettivo di 190 lavoratori Jabil, scelta che evidenzia ancor
di più la drammaticità del comparto industriale casertano. Jabil
ha disatteso gli impegni assunti in sede istituzionale, con i
quali, pur permanendo il difficile momento di mercato, si
impegnava ad aumentare le saturazioni del sito di Marcianise con
l'aggiunta di attività industriali. Non è accettabile
individuare come unica soluzione i licenziamenti".
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