"Se non rispondiamo in tempo al
problema dell'inquinamento, si rischia di essere il samaritano
dell'ora dopo, che arriva quando è ormai troppo tardi". Lo ha
detto il vescovo di Acerra e presidente della Conferenza
episcopale campana, monsignor Antonio Di Donna, aprendo un
incontro con i vescovi ed i sacerdoti campani svoltosi nell'area
ex Ma.c.ri.co a Caserta.
L'incontro è il terzo, dal 2020, promosso dalla Conferenza
episcopale campana, che vede ogni anno protagoniste le diocesi
colpite dall'inquinamento ambientale, in particolare quelle i
cui territori insistono tra Napoli e Caserta.
Particolare la scelta della location di quest'anno, un'area
di 33 ettari che nel dopoguerra l'Esercito italiano destinò a
Magazzino Centrale Ricambi dei mezzi Corazzati fino alla fine
degli anni '90, e che è tornata nella disponibilità della
diocesi. Sogno del vescovo di Caserta, Pietro Lagnese, è di
poterla trasformare in un polo sociale e culturale come luogo di
incontro e di dialogo tra le generazioni, per educare i giovani
e i ragazzi alla cultura della giustizia e della cura del
creato.
Nel suo intervento monsignor Di Donna ha insistito affinchè
"l'educazione alla pace, alla giustizia e alla salvaguardia del
creato diventi parte integrante dei cammini di fede nelle
parrocchie, in particolare nel catechismo dei fanciulli e tra i
giovani", sottolineando che "la nostra formazione rimane ancora
molto incentrata sulla teologia della redenzione e meno su
quella della creazione e la sua salvaguardia, nonostante
l'enciclica Laudato si' di papa Francesco sulla custodia della
casa comune". Il presule ha richiamato il 60esimo anniversario
dell'apertura del Concilio Vaticano II, che cade proprio oggi,
rimarcando che il "Concilio voleva essere la risposta della
Chiesa ad un mondo che stava cambiando, ai suoi problemi e alle
sue sfide, così si trova oggi ad affrontare il problema
dell'inquinamento".
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