Tanti cantieri chiusi dopo
l'estate, causa incertezze sulle anticipazione bancarie per il
bonus110 e per l'aumento dei costi dei materiali, rischiano di
vanificare nel Casertano la ripresa del comparto delle
costruzioni.
A lanciare l'allarme è il segretario della Fillea-Cgil di
Caserta, Irene Velotti, che teme questo "reflusso" dopo i buoni
risultati degli ultimi due anni e dei primi sette mesi
dell'anno. "Alla ripresa dopo le ferie - spiega - abbiamo
constatato la chiusura di tanti cantieri soprattutto privati,
che stanno lavorando per il 110. E' un brutto segnale". Numeri
sulle chiusure ancora non ce ne sono, ma ci sono invece i dati
della Cassa Edile che certificano la ripresa dell'edilizia nel
Casertano. Dal primo ottobre 2021 al 31 luglio 2022, i
lavoratori denunciati alla Cassa sono 14255 per un totale di
quasi 10 milioni di ore lavorate (9.985.095) e un monte salari
di 105 milioni di euro; nel 2021 erano 11451 gli addetti
denunciati (8891 nel 2020) per 7,3 milioni di ore lavorate (5,1
milioni nel 2020) e salari pari a 79milioni di euro (53 milioni
nel 2020). Numeri in grande crescita per effetto del bonus 110%
"e soprattutto - spiega la Velotti - del Durc di congruità che
ha consentito l'emersione dal nero di migliaia di lavoratori. Ma
resta comunque una consistente sacca di illegalità e ciò per gli
scarsi controlli effettuati da Ispettorato del Lavoro e altri
enti". Il ricorso al "nero" è certificato sempre dalla Cassa
edile, dove si scopre che in media le 3124 aziende edili del
Casertano impiegano 4,5 lavoratori; "è ovvio - osserva la
Velotti - che essendovi aziende con 50-60 dipendenti, ve ne sono
altre più piccole con un dipendente, che impiegheranno dunque
addetti senza contratto". C'è poi il ricorso ad un'eccessiva
precarizzazione del lavoro con contratti di brevi periodi,
lavoratori con regolare busta paga che ricevono ancora il
pagamento a giornata, mentre altri non ricevono tredicesima,
ferie, prestazioni extracontrattuali, l'assistenza sanitaria".
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