Tre persone risultano indagate ad
Ischia per un falso permesso di sbarco. La vicenda nasce a
seguito di un accertamento ad un posto di controllo nel centro
di Ischia nel quale gli agenti del commissariato della Polizia
di Stato, coordinati dal vice questore Ciro Re, fermano una
vettura con a bordo due persone.
Si tratta di due napoletani, marito e moglie, alla guida di
una Fiat Panda che non potrebbero sbarcare e circolare
sull'isola ai sensi del decreto emesso ogni anno per limitare
l'afflusso dei veicoli della Campania ad Ischia.
Oltre ai documenti personali e della vettura l'uomo alla guida
mostra ai poliziotti un permesso, emesso dal comune di Lacco
Ameno, che attira l'attenzione degli agenti che da successivi
controlli appurano che di fatto è falso.
Convocato in commissariato il guidatore della Panda si
giustifica affermando che il permesso gli è stato fornito da un
amico ischitano, un avvocato, a titolo di cortesia come già
avvenuto in passato.
Anche l'avvocato viene in seguito ascoltato dai poliziotti:
nega ogni addebito, ma per i tre scatta il deferimento
all'autorità giudiziaria per concorso in ricettazione ed uso di
atto falso.
La Polizia isolana a questo punto non esclude che possano
esserci in circolazione altri permessi contraffatti, che
potrebbero essere anche stati ceduti in cambio di denaro. Per
questo il vice questore Re ha avviato una verifica di tutti i
permessi rilasciati questa estate dai sei comuni isolani.
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