Servono "con urgenza, ad horas
interventi straordinari a monte» per affrontare e calmierare le
forti criticità legate ai prezzi energetici impazziti e fuori
controllo.
Incentivare, ulteriormente, tutte le PMI per l'efficienza
energetica e per l'autoproduzione di energia da fonti
rinnovabili nell'ambito delle strutture produttive. Nonché,
sburocratizzare, velocizzare e snellire le procedure di
autorizzazioni comunali, che molto spesso, o quasi sempre,
diventano un ostacolo e creano dei problemi e ne rallentano la
realizzazione degli impianti". E' quanto chiede Luigi Carfora,
presidente Confimi Industria Campania.
"Infine, le agevolazioni del Credito d'imposta Mezzogiorno
per gli investimenti di efficientamento energetico, cosiddette
automatiche, sono insufficienti ed inadeguate, sono riconosciute
in misura massima consentita dal regolamento UE n. 651/2014
della Commissione. Ed è, attualmente, un limite. Non generano
liquidità immediata, in quanto non sono cedibili, garantiscono
una riduzione del carico fiscale, a vantaggio solo di quelle
imprese cosiddette "capienti" con un gettito fiscale elevato",
aggiunge.
Carfora sollecita un intervento sia "al governo nazionale che
a quello regionale guidato dal presidente De Luca che facciano
la loro parte in difesa delle aziende italiane al fine di non
rendersi complici di un'eutanasia assistita delle nostre imprese
produttive".
Per Carfora "il credito d'imposta previsto dal Governo per far
fronte ai costi energetici, per le piccole imprese, sta creando
una situazione insostenibile, sia in termini gestionali che
economici, con le banche che non lo riconoscono alle piccole
imprese con fatturato al di sotto di un milione di euro. Ciò sta
determinando una serie di crediti 'incagliati', penalizzando,
ancora una volta, le piccole imprese, le quali non possono
beneficiare di tale strumento a dir poco inservibile, perditempo
e palliativo. Inutile, anche il fondo di garanzia per sbloccare
i crediti d'imposta per le aziende: troppa lungaggine e con
ulteriori costi aggiuntivi che si vengono a sommare alle spese
già sostenute".
"Serve altro per scongiurare il peggio: serve tempestività,
liquidità, denaro vero, piuttosto, che sgravi o agevolazioni di
sorta riconosciuti nel giorno che verrà.
Se le istituzioni pubbliche, ed in particolare quelle regionali,
non metteranno in campo misure straordinarie rischiamo, già a
partire da ottobre - conclude - l'impoverimento assoluto e del
nostro sistema produttivo e sociale con l'aumento del costo
dell'energia e delle materie prime, soprattutto alimentari, il
fallimento di migliaia di aziende, un'impennata della
disoccupazione, gli scaffali vuoti ed una conseguente
recrudescenza dei fenomeni criminali".
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