L'altro MANN raddoppia e racconta la
suggestione delle celebri domus di Pompei ed Ercolano tra
veneri 'a colori', bronzi e arredi spettacolari, capolavori
restaurati o poco visti: nelle sale 77 e 78 degli affreschi del
Museo Archeologico Nazionale di Napoli altri trentacinque tesori
si aggiungono così ai sessanta già esposti da maggio.
"Aperti per ferie, anzi con l'estate pronti a rivelare nuove
meraviglie - dice il direttore Paolo Giulierini, impegnato in
una forte valorizzazione degli immensi depositi - grazie ad una
squadra che procede a passi spediti, un'altra fetta del museo
viene svelata e raccontata. Al MANN, insomma, occorre sempre
tornare, anche se si è visitato da pochissimo. E a settembre
l'appuntamento è nella sala del Plastico con tessuti, ori e
commestibili''.
Nelle teche Afrodite è protagonista e alcune statue hanno
tracce di colore. Soggetto di decorazione bronzea di una fontana
la dea fa il bagno assistita da una ninfa; da Pompei ci sono la
Venere Lovatelli semipanneggiata e appoggiata a un pilastrino
con idoletto, due Venere Anadyomene (che esce dall'acqua
strizzandosi i capelli), e ancora, accovacciata, che si slaccia
il sandalo. Sul tema infanzia: il piccolo pescatore dormiente,
il fanciullo con una lepre bocca di fontana, c'è il bambino con
il mantello, quello spaventato da un rospo, quello che
accarezza una colomba. Dalla realtà al mito: ecco un rilievo con
la storia di Telefo (Ercolano), le statue bronzee di un
Dioscuro, dell'Amazzone a cavallo, quella marmorea di Apollo da
Pompei. Dai regni ellenistici giungono le raffinatissime statue
bronzee di Alessandro a cavallo e di cavallo rampante (Ercolano)
copia ridotta delle opere del gruppo equestre commissionato a
Lisippo. Non mancano i sovrani successori: Demetrio Poliorcete e
Alessandro I Balas. Fra gli arredi spiccano un meraviglioso
braciere su tripode decorato con Sfingi (bronzo, da Ercolano) e
un Sileno ebbro che sosteneva vasi o piatti da portata (da
Pompei). La mostra è curata da Marialucia Giacco.
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