Preoccupati dalle indagini che
stava svolgendo progettavano di appostarsi davanti l'abitazione
di un carabiniere per scoraggiarlo con le botte: era diventato
un "obiettivo sensibile", una vera e propria spina nel fianco
del clan Mallardo, uno dei militari dell'arma impegnati nelle
indagini coordinate dalla DDA di Napoli sull'organizzazione
malavitosa di Giugliano in Campania, componente l'Alleanza di
Secondigliano insieme con i clan Licciardi e Contini.
Si tratta di un sottufficiale dei carabinieri in forza alla
compagnia di Giugliano in Campania diventato, suo malgrado,
l'argomento centrale di un'intercettazione "ambientale" captata
dai carabinieri della locale compagnia, coordinata dal capitano
Andrea Coratza, durante l'attività investigativa.
La conversazione, che vede tra gli interlocutori diversi
soggetti ritenuti legati al clan Mallardo, è stato uno dei
motivi per i quali oggi è stato disposto ed eseguito un decreto
di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura di
Napoli, a carico di nove persone (tra cui un elemento di spicco
del clan) accusate, a vario titolo, di estorsione, consumata o
tentata, detenzione e porto illegale di armi comuni di sparo,
aggravati dalle finalità e modalità mafiose.
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