Chiedono carceri più umane, in grado
"di produrre cittadini votati alla legalità e non alla
criminalità", i parenti dei carcerati che hanno organizzato una
manifestazione con corteo, stamattina, davanti all' ingresso
principale del carcere napoletano di Poggioreale, il più
affollato d'Europa.
In piazza sono scesi i parenti dei detenuti, giunti anche da
altre regioni d'Italia, che hanno "circumnavigato" le mura della
struttura penitenziaria, e fatto tappa davanti a uno dei varchi
del tribunale di Napoli, quello che si affaccia su piazza Cenni.
Presenti insieme con i familiari dei carcerati, il garante
dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello, e il garante
detenuti di Napoli Pietro Ioia. "Queste famiglie - dice il
garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello - non
vogliono altro che attirare l'attenzione dell'opinione pubblica
sul tema delle carceri: domenica c'è un referendum importante
sulla Giustizia. Il tema del carcere è un tema centrale. Molte
persone entrano in cella da innocenti, parecchie da persone sane
per poi uscire ammalate. Uno dei temi che solleviamo oggi è
quello della sanità. Tante aggressioni ai danni degli agenti
vedono protagoniste persone con problemi psichici. A Poggioreale
c'è un sert per i tossicodipendenti ma le condizioni sono
disumane: anche 8-10 persone in una stanza; nella sezione dei
cosiddetti 'sex offender' c'è una stanza, la 55bis, che ospita
12 detenuti: c'è solo una finestra".
Per Pietro Ioia, le carceri, sono diventate "scuole di
criminalità: una mamma non chiede altro che un figlio possa
uscire cambiato da questa triste esperienza, una persona votata
alla legalità ma da questi posti ormai si esce più criminali di
prima". Più volte, durante il percorso, con un megafono, i
manifestanti hanno chiesto un segnale ai loro congiunti
ristretti nei padiglioni: è stata invocata anche la cosiddetta
"battitura" pacifica alla quale però i detenuti hanno preferito
non rispondere.
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