"Se non si investe nella città non
possiamo andare avanti. Napoli è in predissesto nel 2013, ma in
questi anni la qualità della vita e i conti sono peggiorati.
Quella norma è sbagliata, un Comune da solo non può rialzarsi.
Ad esempio, non possiamo ridurre l'evasione senza assumere
personale per il controllo". Il sindaco Gaetano Manfredi torna
sul tema delle risorse nazionali di cui Napoli ha bisogno per
ripartire, e rinnova la sua richiesta al Governo: "Dateci gli
strumenti, altrimenti siamo condannati a priori. Chiediamo la
possibilità di dimostrare che sappiamo amministrare, con vincoli
sugli obiettivi, non sui numeri. Napoli ha la situazione più
grave d'Italia, ma penso a una norma cui possano accedere anche
altre città".
Manfredi partecipa alla conclusione di CasaCorriere, la tre
giorni di incontri e dibattiti promossa in città da Corriere
della Sera e Corriere del Mezzogiorno sul tema "Spazi di
futuro". Intervistato dal direttore del Corriere del Mezzogiorno
Enzo D'Errico, con gli editorialisti Antonio Polito, Marco
Demarco e Paolo Macry, Manfredi ribadisce di aver trovato "una
macchina amministrativa completamente disarticolata", ma anche
la voglia di ripartire "di chi ha resistito al depauperamento
della struttura". Manfredi invoca un patto con i cittadini: più
qualità nei servizi chiedendo "un comportamento civico migliore"
a tutti, perché "non c'è un uomo solo al comando, o vincono i
napoletani tutti insieme o non vince nessuno. Napoli deve essere
capitale europea con cittadini europei, e sono fiducioso nel
senso di responsabilità di tutti", ad esempio per la difesa del
decoro urbano. Da parte sua il sindaco assicura di "dire sempre
la verità, dopo anni in cui a Napoli la narrazione politica è
stata separata dalla realtà".
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