Suo padre
è stato condannato per associazione camorristica nel 2004 e
Emanuele D'Apice, nominato ieri sera presidente del Consiglio
Comunale di Castellammare di Stabia (Napoli), a chi lo critica
risponde così: ''Mio padre ha pagato per gli errori commessi e,
in seguito, ha profuso ogni sforzo per formare e crescere nel
segno della cultura della legalità tre figli, tre professionisti
affermati''.
La vicenda sta scatenando polemiche politiche tra gli
oppositori della giunta di centrodestra guidata dal sindaco
Gaetano Cimmino. Anche perchè, Emanuele D'Apice, giovanissimo
consigliere comunale già al suo secondo mandato ed eletto nel
consesso civico con il maggior numero dei voti, dopo l'elezione
a presidente del consiglio ha dedicato la sua nomina al padre
defunto, per il merito di avergli saputo trasmettere ''valori ed
educazione'' ai quali egli si ispira. Parole che i consiglieri
di maggioranza hanno applaudito.
Il senatore del Gruppo Misto, Sandro Ruotolo chiede per
questa ragione che il prefetto di Napoli invii a Castellammare
di Stabia una Commissione d'accesso, anche in considerazione di
inchieste che ancora adesso pendono sul Comune.
''Gli errori dei padri non ricadano sui figli - afferma il
sindaco Cimmino - non ho dubbi sulla trasparenza, sul senso
delle istituzioni, sui valori morali e professionali di Emanuele
D'Apice. Gli errori di un genitore non possono e non devono
ricadere sui figli. Emanuele è un giovane serio e perbene,
cresciuto con valori sani, ed è un professionista stimato da
tutti. Il vero insulto alle istituzioni arriva da chi
strumentalizza l'antimafia per ragioni politiche. Queste accuse
sono infamanti nei confronti di una persona che si è sempre
battuta per il bene dei cittadini e si è conquistato passo dopo
passo, con onestà e impegno, il suo spazio nel mondo della
politica".
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