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Cutolo, Ottaviano vuole lasciarselo alle spalle

Ma c'è chi dice: "E' come Maradona". Probabili funerali privati

"Mi state nominando uno che è come Maradona". Francesco, 24 anni, è seduto di fronte al Municipio di Ottaviano. Lui Raffaele Cutolo, morto mercoledì sera, non lo ha mai visto di persona. Quando è nato, il fondatore della NCO (la Nuova Camorra Organizzata) era già in carcere da anni. Ma è la testimonianza di una memoria del boss nel suo paese natale che non coincide con la narrazione mediatica. Per Francesco, "Cutolo sapeva un sacco di cose, era collegato: massoneria, servizi segreti. Poi lo hanno mollato", dice, e si capisce che non lo ha trovato giusto, come non ha trovato giusto che non gli abbiano concesso gli arresti domiciliari quando era ormai vecchio e molto malato. Nel bar al centro del paese Maria, 22 anni, ricorda quello che le raccontava il padre del periodo d'oro del boss. "Cutolo è un pezzo di storia di questa città, ma è il passato", dice. Sono alcune voci di un paese che vede Raffaele Cutolo come un personaggio controverso, non come un demonio. 

La guerra tra i cutoliani ed il cartello di clan organizzato a Napoli dai Zaza di Santa Lucia e dai Giuliano di Forcella, al quale si aggregarono numerosi clan dell'area vesuviana si combattè all'inizio degli anni Ottanta con ogni mezzo, compreso quello mediatico. A febbraio 1982, Rosetta Cutolo convocò i giornalisti al Circolo della Stampa di Napoli per accusare i nemici della NF. Vive ancora ad Ottaviano ed abita non lontano dal famoso Castello Mediceo che il fratello acquistò nel 1980 per 27O milioni di lire e dove lei stessa avrebbe presieduto vertici del clan.

Sono a Parma, invece, la moglie del fondatore della Nco, Immacolata Iacone, 54 anni, con la figlia avuta attraverso la fecondazione artificiale, Denise, 14 anni, in attesa dell' autopsia disposta dalla magistratura, e di poter recuperare la salma. Sullo svolgimento dei funerali il prefetto di Napoli Marco Valentini, in visita istituzionale a Ottaviano, non ha informazioni. Ma in paese ricordano che per Mario Fabbrocino, il boss rivale, che fece uccidere nel 1990 a Tradate, in Lombardia, l'unico figlio di Cutolo, Roberto, di 28 anni, la sepoltura avvenne alle sei di mattina, ed i manifesti funebri apparvero a tumulazione avvenuta. L' avvocato di Cutolo, Gaetano Aufiero, rilancia la polemica sul "trattamento disumano" riservato al boss in regime di 41 bis. "Da due anni non riconosceva più neanche la moglie e la figlia". 

   

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