E' stata la volta degli avvocati
difensori di due imputati, oggi, al processo in corso a Napoli
sulla cosiddetta "strage della Solfatara", il sito naturalistico
di Pozzuoli (Napoli) dove il 12 settembre 2017 i coniugi
veneziani Massimiliano Carrer e Tiziana Zaramella, e il loro
figlioletto Lorenzo, persero la vita. Una tragedia per la quale
sono stati rinviati a giudizio Giorgio Angarano, 73 anni di
Pozzuoli, legale rappresentante della "Vulcano Solfatara srl", e
cinque soci della stessa: Maria Angarano, 75 anni di Pozzuoli,
Maria Di Salvo, 70 anni, di Pozzuoli, l'omonima Maria Di Salvo,
41 anni, di Napoli, Annarita Letizia, 71 anni, di Pozzuoli, e
Francesco Di Salvo, 45 anni, di Napoli.
A rivolgersi al giudice Egle Pilla, oggi, sono stati i legali di
Angarano che, in sintesi, hanno cercato di controbattere alle
accuse mosse al loro assistito e di alleggerirne la posizione,
asserendo anche che sarebbe stato lasciato solo dalle
istituzioni, hanno ritenuto eccessiva la pena richiesta e
contestato il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche,
considerato anche l'avvenuto risarcimento in favore dei
familiari delle vittime; i legali dei soci che hanno parlato,
invece, hanno portato avanti la linea della "estraneità" ai
fatti contestati: i loro clienti, cioè, non avrebbero avuto
alcuna delega né potere nella gestione dell'area di cui erano
"solo" comproprietari.
I familiari delle vittime sono assistiti da Studio3A e dagli
avvocati Alberto Berardi e Vincenzo Cortellessa. La sentenza,
secondo la calendarizzazione delle prossime udienze, infatti,
dovrebbe slittare al 2021.
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