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Spranghe in cella, tensioni in carcere

Spranghe in cella, tensioni in carcere

Anche pentole per bollire l'olio, perquisizioni dopo rivolta

NAPOLI, 07 aprile 2020, 11:12

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Tensioni ieri sera tra agenti e detenuti, nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), teatro domenica scorsa di una rivolta, durante una perquisizione straordinaria disposta dall'amministrazione penitenziaria in conseguenza dei tumulti: gli animi si sono surriscaldati (si registra qualche contuso) quando nel corso delle ispezioni nelle celle delle sezioni del reparto Nilo (che ospita circa 400 persone) sono stati trovati e sequestrati spranghe ricavate dalle brande, bacinelle piene d'olio (come quello usato domenica per minacciare la polizia penitenziaria, ndr), numerosi pentolini per farlo bollire, e altri oggetti contundenti.
    Nell'istituto del Casertano, dove è stato rilevato il primo caso di positività al coronavirus in un detenuto, sono entrati in azione circa 150 agenti del Nucleo Pronto Intervento della Polizia Penitenziaria, istituito dall'amministrazione penitenziaria regionale, proveniente da Napoli, in aggiunta agli 80 agenti normalmente in servizio.

In relazione alla rivolta di domenica scorsa, per il provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria, "nelle carceri c'è chi strumentalizza l'emergenza sanitaria" proprio per questo è "non è il momento delle polemiche ma delle responsabilità, soprattutto da parte di chi ricopre ruoli istituzionali". Fullone ha disposto una "bonifica" delle celle che ieri ha portato al ritrovamento di strumenti atti a offendere.

"Chi commenta tutto e subito - aggiunge Fullone - senza essere correttamente informato rischia di soffiare sul fuoco di una parte della popolazione carceraria, e i ritrovamenti di ieri lo dimostrano, che non ha nessun tipo di remora a strumentalizzare l'emergenza sanitaria. Si tratta di situazioni che dovrebbero non stimolare ma imporre in ognuno il senso di responsabilità". "Abbiamo fatto una scelta di trasparenza per evitare ogni tipo di fraintendimento, - conclude Fullone - per tutelare i detenuti e il personale che rischia ogni giorno: domenica quelle persone si erano armate per affrontare gli agenti".

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