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Uccide l'ex moglie a coltellate, poi il post su Facebook

Centinaia di 'mi piace' all'annuncio, poi la pagina viene cancellata

E' in carcere con l'accusa di omicidio volontario dopo aver ammazzato, domenica sera, con almeno dieci coltellate la ex moglie. Ma a puntare i riflettori della cronaca sull'ennesimo femminicidio è anche la pubblicità data su Facebook al delitto: Cosimo Pagnani, da ieri in carcere, ha infatti scritto sulla sua pagina del social network la frase "sei morta troia", che nel giro di una nottata ha raccolto oltre 300 "mi piace" e 400 condivisioni, prima che il social network, stamane, cancellasse la pagina stessa, dopo aver ricevuto segnalazioni di denuncia su quella frase.

Frase scritta subito dopo o appena prima del delitto? Confessione compiaciuta di un crimine o minaccia verso la donna? I carabinieri non si sbilanciano, la procura probabilmente nominerà un perito per accertarlo. La questione non è irrilevante, perché se la pubblicazione del post si rivelasse precedente scatterebbe, nell'accusa, l'aggravante della premeditazione. Certa è invece l'indignazione del web, con la creazione di una contropagina ("Le merde che hanno messo like al post di Cosimo Pagnani") che al momento conta oltre 1200 'mi piace'. L'omicida da ieri sera è rinchiuso nel carcere di Fuorni, e per ora non ha risposto alle domande degli inquirenti.

Chi lo ha incontrato lo descrive molto freddo, controllato. Cosimo Pagnani, 32 anni, originario di Scorzo, frazione di Sicignano degli Alburni, nel tardo pomeriggio di ieri ha ferito a morte la ex moglie, Maria D'Antonio, 34 anni. Il delitto è avvenuto a Postiglione, presumibilmente in un raptus di violenza al termine dell'ennesima lite tra i due. Tutta la vicenda, secondo i rilievi, è avvenuta all'interno dell'abitazione della donna, in una stanza che fungeva da soggiorno-ingresso dove vi è anche un angolo cottura. La vittima ha urlato e sono state proprio quelle urla a far insospettire il padre e il fratello che abitano nella casa di fianco, una bifamiliare che si trova in una vallata lontana dal centro cittadino. All'arrivo dei carabinieri l'uomo si è fatto trovare sotto il portico, mentre cercava di tamponarsi una copiosa ferita al ginocchio conseguente alla colluttazione. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Postiglione giunti insieme a quelli del Nucleo operativo del comando di Eboli, diretto dal capitano Alessandro Cisternino. Di sicuro la piccola figlia della coppia, Martina, si trovava nella casa del nonno materno e non ha assistito all'omicidio della madre.

Il padre, da quando è stato portato in carcere, non ha mai chiesto neanche di lei. Proprio da quel profilo Facebook, Pagnani si raccontava come un padre desideroso solo di vedere felice la sua "principessa". Ma tra la coppia erano fortissimi i rancori. Lui, a giugno, aveva sottratto la bambina alla madre e l'aveva portata con sé in Germania per una decina di giorni. Solo la denuncia della donna aveva fatto rientrare l'uomo in Italia riportando la bambina dalla madre che ne aveva la custodia legale. Tanti gli amici che da più di un anno, sulla pagina Fb, lo hanno incoraggiato a guardare avanti, a dedicarsi alle sue passioni, come la caccia, la musica, le uscite per funghi, perché prima o poi, come diceva anche lui, sarebbe arrivato il momento in cui sarebbe stato di nuovo felice. E invece un raptus di follia ha stroncato ogni speranza.

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