I Bronzi di San Casciano in
Bagno fanno visita ai Bronzi di Riace. Dopo le mostre al palazzo
del Quirinale a Roma ed al Museo archeologico nazionale di
Napoli, approdano al Museo Archeologico nazionale di Reggio
Calabria - casa delle statue ritrovate a Riace - i bronzi di San
Casciano in Bagno, ritrovati due anni fa nel bagno grande del
santuario termale etrusco e romano del piccolo centro in
provincia di Siena. I bronzi di San Casciano rimarranno a Reggio
fino al 12 gennaio 2025.
"Ritrovamenti diversi, scaturiti in contesti diversi, che
rappresentano una opportunità unica sia per i reggini, sia per i
tanti turisti che in queste settimane stanno invadendo la città"
ha commentato il vice sindaco di Reggio Calabria Paolo Brunetti
che, incontrando il primo cittadino di San Casciano in Bagni,
Agnese Carletti, ha proposto un gemellaggio tra i due Comuni.
"Reggio è stata un po' una scelta obbligata da subito - ha
dichiarato Massimo Osanna, direttore generale dei Musei -. La
scoperta di San Casciano è stata subito associata a quella dei
Bronzi, non dal punto di vista qualitativo, ovviamente, ma come
scoperta di bronzi importanti. E' bello vederli qui, anche per
capire come cambia il mondo fra due capolavori del quinto secolo
e che dovevano trovarsi in un grande santuario greco e queste
statue oggetto della devozione privata di una élite".
"Durante la loro permanenza a Napoli, abbiamo pensato di
farli arrivare a Reggio - ha rivelato il direttore del Muso
archeologico nazionale di Reggio Calabria Fabrizio Sudano -.
Sono reperti che riescono a raccontare quello che succedeva nel
santuario antico. Per noi è fonte inesauribile di conoscenza.
Racconta della quotidianità, della sacralità degli oggetti e dei
riti che si svolgevano nel santuario, in un luogo lontano dalla
Magna Grecia, dalla Calabria, ma molto vicino a noi a livello di
riti e di rituali. Sarà un confronto ravvicinato con i bronzi di
Riace di cui tanto si parlò allora, all'epoca del rinvenimento.
Ma sono contesti, statue e oggetti completamente diversi che
dialogano perché fanno parlare finalmente dell'antichità in modo
diverso ma con lo stesso intento, quello di valorizzare
l'immenso patrimonio culturale italiano".
"Per noi, oggi, aver avuto l'opportunità di portare i Bronzi
di San Casciano in Bagni qui, è una grande emozione - ha
commentato Agnese Carletti, sindaco di San Casciano in Bagni -.
Si tratta di un parallelismo che tutti abbiamo fatto. Sappiamo
che è un parallelismo fatto con l'anima. Ci sono delle
differenze infinite. Farli incontrare significa un po'
raccontare all'Italia, il patrimonio incredibile che abbiamo".
La mostra è stata promossa dal ministero della Cultura e
realizzata dalla Direzione generale dei Musei del Mic, guidata
da Massimo Osanna, con il Museo archeologico nazionale di Reggio
Calabria.
"E' l'acqua l'elemento comune tra i due ritrovamenti, dei
Bronzi di Riace e dei Bronzi di San Casciano - ha ricordato
Jacopo Tabolli, dell'Università per Stranieri di Siena e
responsabile scientifico degli scavi -. Nel nostro caso è
un'acqua calda a quarantuno gradi nella quale per ottocento
anni, prima gli etruschi e poi i romani hanno compiuto le loro
azioni rituali e votive all'interno di una vasca sacra".
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