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Abusivismo: Vibo; dopo 30 anni demolito manufatto a Marina

Abusivismo

Abusivismo: Vibo; dopo 30 anni demolito manufatto a Marina

In altra struttura titolare si barrica ed impedisce abbattimento

VIBO VALENTIA, 13 maggio 2021, 16:10

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Una giornata storica". Così il sindaco Maria Limardo, ha commentato l'attività di demolizione di un manufatto abusivo nel quartiere Pennello, a Vibo Valentia Marina. Una struttura della quale vi era solo lo scheletro e che sarebbe dovuta essere abbattuta addirittura 30 anni fa. Solo che per tutto questo tempo è rimasta lì, ad imbruttire il quartiere.
    Questa mattina, però, la svolta, grazie alla verve decisionale del procuratore capo Camillo Falvo che, nel campo dell'abusivismo, sta conducendo una vera e propria crociata, supportato da un'apposita task force costituita dai migliori investigatori del settore, i cui effetti si sono già visti nella zona di Grotticcelle a Ricadi, in particolare, ma anche in altri centri costieri del Vibonese. E quella di stamani non è una semplice demolizione ma rivela un alto valore simbolico in quanto avviene in un rione, molto popoloso, in cui la stragrande maggioranza delle costruzioni - risalenti nel tempo - è abusiva.
    Le ruspe sono entrate in azione poco prima delle 9 alla presenza dello stesso magistrato, dei vertici locali delle forze dell'ordine nonché del primo cittadino del capoluogo di provincia. La stessa sorte avrebbe dovuto subire un'altra struttura poco distante ma il tutto è stato rimandato perché il titolare vi si è barricato all'interno. Si tratta dello storico chiosco di Piazza Capannina, eroso ormai dal mare, e chiuso da alcuni anni. Una costruzione risalente al 1958 della quale è stata decisa la demolizione a seguito di una serie di ordinanze.
    Pino Francolino, affiancato dagli avvocati Giovanna Fronte e Marco Talarico, si è sempre opposto a tale decisione. Stamani, insieme alla moglie, si è barricato all'interno del locale ormai in disuso con l'intenzione di restarvi ad oltranza, rivendicando di avere tutta la documentazione che attesta "l'abuso della decisione finalizzata alla demolizione del chiosco" evidenziando come gli sia stato "impedito l'accesso agli atti per ottenere l'ordinanza di sospensione dell'abbattimento firmata nel 2020".
    Vista la protesta di Francolino, gli investigatori hanno differito la demolizione della struttura.
   

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