I carabinieri del Comando
provinciale di Cosenza hanno eseguito un'ordinanza di custodia
cautelare, emessa dal Gip di Catanzaro, su richiesta della Dda,
nei confronti di 33 soggetti, indagati, a vario titolo, per
associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze
stupefacenti; produzione, traffico e detenzione illeciti di
sostanze stupefacenti; estorsione, tentata e consumata,
aggravata dal ricorso al metodo mafioso; detenzione illegale di
armi da fuoco. Gli arresti sono giunti nell'ambito delle
indagini relative ad un'organizzazione criminale operante
nell'area dell'alto Tirreno cosentino sotto l'egida della
storica cosca di 'ndrangheta Muto di Cetraro.
Nell'ambito delle attività, a Cetraro, è stato scoperto un
bunker in fase di ultimazione. La scoperta è stata fatta nel
corso di una perquisizione domiciliare nei confronti di uno
degli esponenti di spicco del sodalizio. I militari inoltre
hanno trovato e sequestrato 700 grammi di cocaina e due chili di
hascisc. L'operazione ha colpito un'organizzazione operante in
una fascia compresa tra Guardia Piemontese a Scalea, con al
centro Cetraro, mentre le piazze di spaccio sono state
individuate e smantellate a Scalea, Santa Maria del Cedro,
Belvedere Marittimo, Diamante e Buonvicino. Le 33 misure
cautelari eseguite (10 in carcere, 8 ai domiciliari e 15
obblighi di presentazione alla Polizia giudiziaria) hanno
riguardato soggetti residenti nei comuni della costa tirrenica
cosentina, nella Locride e a Ivrea nel torinese. "Le indagini
iniziate nel giugno 2016 - ha spiegato il comandante provinciale
dei carabinieri di Cosenza, colonnello Piero Sutera -
all'indomani dell'operazione Frontiera e hanno evidenziato la
riorganizzazione del sodalizio della storica consorteria mafiosa
'Muto' di Cetraro, che è egemone sulla zona del Tirreno
cosentino. E' stata accertata una continua capacità di far
fronte alle esigenze di droga grazie ad un broker operante
nell'area della Locride da dove arrivava la cocaina, la
produzione di marijuana, invece, avveniva in maniera autonoma.
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