Un'operazione è stata condotta
dai carabinieri tra Petilia Policastro e Bussolengo (Verona) per
l'esecuzione di 12 fermi. Le accuse, a vario titolo, sono
associazione mafiosa di tipo 'ndranghetistico, omicidio,
estorsioni, usura, delitti in materia di armi, furti,
danneggiamenti seguiti da incendio, tutti aggravati dal metodo
mafioso. I fermi sono stati eseguiti dai carabinieri del Comando
provinciale di Crotone, con il supporto di personale del Comando
provinciale di Verona, dello Squadrone Eliportato Cacciatori
Calabria. L'inchiesta avrebbe fatto luce anche su un caso di
lupara bianca, l'omicidio del bracciante agricolo Massimo Vona,
scomparso all'età di 44 anni il 30 ottobre 2018. Massimo Vona,
cugino di Valentino Vona, il 25enne ucciso nel 2012 in località
Marrate di Petilia, il 30 ottobre 2018, dopo aver pranzato in
famiglia, è uscito per andare in campagna, e da quel momento non
ha dato più sue notizie. Secondo la ricostruzione dell'accusa,
la vittima era stata attirata in un'azienda agricola in località
"Scardiato" di Petilia Policastro, con il falso pretesto di
"consegnargli" i responsabili dell'incendio appiccato nel 2016
in danno del suo capannone. Giunto sil posto sarebbe stato
ucciso con almeno due colpi di arma da fuoco dall'assassino che
lo attendeva unitamente ad altri soggetti allo stato
sconosciuti. L'auto di Vona, completamente bruciata, fu
ritrovata l'8 novembre 2018. "Avevano già dissotterrato le armi
e si accingevano a usarle a compiere un omicidio. Non potevamo
aspettare altrimenti l'indagine sarebbe proseguita". Così il
procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri ha spiegato perché è
stato necessario procedere con il fermo. "Nel corso di questa
indagine, fatta molto bene dai carabinieri di Crotone e
coordinata dai pm Paolo Sirleo, Domenico Guarascio e Pasquale
Mandolfino - ha aggiunto Gratteri - abbiamo più volte
documentato riti di affiliazione, riunioni di 'ndrangheta, e il
fatto che i soldi di molte estorsioni fatte a villaggi come il
Palumbo Sila o imprenditori dell'alto crotonese venivano poi
versati nella bacinella del sodalizio. Nel corso delle
intercettazioni si parla di una grande disponibilità di armi,
tra le quali mitra e kalashnikov".
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