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Rapine in uffici postali, sgominata banda nel reggino

criminalità

Rapine in uffici postali, sgominata banda nel reggino

Indagini polizia e carabinieri hanno portato a 8 arresti

REGGIO CALABRIA, 13 ottobre 2020, 09:23

Redazione ANSA

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Otto persone sono state arrestate nell'ambito dell'operazione "Organetto" che ha fatto luce su un'associazione a delinquere finalizzata alle rapine negli uffici postali e ai furti di auto usate per portare a termine i colpi. La squadra mobile e i carabinieri di Reggio Calabria hanno eseguito l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri, dell'aggiunto Gerardo Dominijanni e dei pm Domenico Cappelleri, Paola D'Ambrosio e Andrea Sodani. Sei indagati sono finiti in carcere: Carmine Alvaro (34 anni), Antonio Rocco Leonello (53), Francesco Trefiletti (28), Giuseppe Agostino (50), Antonio Giuseppe Palmisano (52) e Rosa Soccorsa Delfino (55). La figlia di quest'ultima, Maria Giovanna Punturiero (di 33 anni), e Salvatore De Francesco (54), sono stati posti ai domiciliari.
    Agli indagati vengono contestati anche i reati di ricettazione, detenzione e porto illegale di armi. L'operazione è il risultato di vari filoni investigativi sviluppati da polizia e carabinieri, ed è partita dalla rapina del 2 ottobre 2017 quando nell'ufficio postale di Sambatello, nella periferia nord di Reggio, vennero asportati circa 11mila euro. Gli autori, secondo l'accusa, furono Antonio Rocco Leonello e Carmine Alvaro che erano riusciti a entrare nell'ufficio con una pistola e mazze ferrate. I basisti sarebbero stati Giuseppe Agostino e Giuseppe Palmisano. Le successive intercettazioni, inoltre, avevano fatto emergere che Carmine Alvaro, Antonio Rocco Leonello, Francesco Trefiletti, Rosa Soccorsa Delfino e la figlia Maria Giovanna Punturiero avevano organizzato per il mese successivo, il 27 novembre 2017, una rapina all'ufficio postale di Pellegrina di Bagnara Calabra. Quella volta i piani fallirono perché la ragazza, che avrebbe dovuto far entrare i complici aprendo la porta di antipanico, non vi riuscì e fu poi sentita come testimone dopo essersi spacciata per cliente. Le indagini hanno consentito agli investigatori di inquadrare il vertice del sodalizio criminale in Leonello, Alvaro e Trefiletti che si servivano di Agostino e Delfino come punti di riferimento per le rapine operate nel territorio della periferia nord di Reggio Calabria, di Scilla e Bagnara Calabra.
   

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