"La mia assistita opera sul
territorio da circa 40 anni e nel corso della sua lunga carriera
si è sempre distinta per correttezza e professionalità, operando
in scienza e coscienza sempre e comunque ed avendo sempre a
cuore le problematiche delle centinaia per non dire migliaia di
minori dei cui casi si è trovata ad occuparsi". Lo dice
l'avvocato Rossella Virdò, che difende un'assistente sociale
calabrese, accusata da una donna di 'abuso di potere' e
complicità con i nonni paterni nell'escluderla dalle relazioni
con la figlia che, aveva denunciato il legale della madre,
Massimo Bambara, non poteva vedere da tre mesi. La piccola è
affidata ai genitori dell'ex compagno, denunciato per violenze,
prima in Emilia e poi in Calabria.
Della vicenda, spiega l'avvocato Virdò, si è da tempo
interessata l'Asp di competenza, cui l'assistente sociale ha
"esaustivamente relazionato" e che, quindi, "ha già avuto modo
di rendersi conto dell'assoluta regolarità e correttezza del suo
operato". E ancora: "Esistevano ed esistono forti e probanti
elementi documentali a sostegno delle decisioni assunte",
prosegue Virdò, confermando "in pieno ogni singolo aspetto ivi
compreso quello inerente la presenza di criticità nelle
condizioni generali di salute della minore". L'avvocato
smentisce quanto riportato da notizie di stampa, cioè una
parentela con la famiglia dei nonni paterni, da cui la piccola
al momento "per decisione, è bene sottolinearlo, non assunta"
dall'assistente sociale "è collocata". Per quanto riguarda il
lockdown, "che qualcuno si è affrettato con troppa
superficialità a considerare una scusa per impedire, o
perlomeno, ostacolare, contatti di presenza tra la minore e la
madre", il legale ricorda la presenza di una norma emergenziale.
Non c'è stato "nessun ostacolo o impedimento, dunque" ma
"semplice rispetto della normativa d'urgenza in vigore".
"La mia assistita - conclude - non si è mai dimessa
dall'incarico ma, dietro sollecitazione della propria
amministrazione di appartenenza, si è semplicemente limitata
(prima della fine del mese di maggio) a conferire la pratica,
insieme alle altre in quel momento affidatele, ai servizi
sociali comunali competenti sin dall'inizio a curare il caso".
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