Uno scatto folgorante, uno stacco imperioso di testa e il sogno diventa realtà: queste le scene che Jerry Bengtson, centravanti della nazionale di Honduras, paragonato a Usain Bolt per la velocità, non smette di rivivere nella sua mente. Sono le immagini del suo gol contro la Spagna alle Olimpiadi di Londra, una vittoria storica per gli honduregni, che sancì il passaggio ai quarti.

Trasferito negli Stati Uniti, dove gioca con i New England Revolution di Foxbourough, non ha mai smesso da allora di segnare per la sua nazionale. Tanto da risultare il bomber della squadra alle qualificazioni per Brasile 2014, con 9 gol. "Per me - racconta - firmare il contratto negli USA ha significato molto, era la prima volta che andavo a giocare lontano dall'Honduras. Non va affatto male, ho ancora molta strada da fare ma mi sono inserito a meraviglia".

In fondo alla borsa, ha sempre un secondo paio di scarpe, molto vecchie. Lui stesso spiega il perché e l'episodio descrive bene il personaggio: "quando giocavo ancora a Vida (la sua prima squadra in Honduras, ndr), una donna mi regalò gli scarpini del figlio che era morto e mi chiese di indossarle. Le usai per due partite e adesso le tengo sempre con me per ricordo, per l'importanza che hanno come simbolo ai miei occhi".

Il "Bolt" honduregno, che la difesa della Francia, prima avversaria in Brasile, guarda con qualche sospetto, non si ferma ai ricordi: "abbiamo una rosa di qualità - dice - in cui regna una grande compattezza. L'unità è la nostra identità".